L’allenamento aerobico

Questa tipologia di allenamento è l’esatto opposto di quello anaerobico trattato la settimana scorsa. L’allenamento aerobico altro non è che quella tipologia che sfrutta appunto l’energia creata aereobicamente fino a quando questa situazione è possibile. Facendo un passo indietro voglio fare un po’ di chiarezza sulla questione respirazione. Avendo accennato all’assenza di ossigeno nel caso dell’allenamento anaerobico, questo non significa effettuare l’esercizio in apnea. La respirazione in questo caso è presente ma indotta in maniera ponderata e l’ossigeno introdotto in ogni caso non è in grado di ossigenare il muscolo allenato. Faccio un esempio per essere più chiaro. In una ripetizione di panca piana si espira nella fase positiva, cioè durante lo sforzo, in questo caso nella spinta verso l’alto, e si inspira nella fase negativa, cioè nel mentre si porta il bilanciere al petto, quindi nella fase di rilassamento. Nell’allenamento aerobico questo non avviene in quanto l’ossigeno viene fornito nel lungo periodo ai muscoli attraverso il sistema cardiovascolare. Infatti per poter rientrare in questa categoria i tempi sotto sforzo sono notevolmente più lunghi. Si va da un minimo di 230’’ fino a un massimo anche di ore nel caso di maratone o attività a lunga percorrenza. Questa tipologia sfrutta la resistenza nel lungo periodo piuttosto che la forza. È assurdo pensare di dedicarsi a una qualsivoglia attività che rientri nella dimensione aerobica dell’allenamento e ritrovarsi per magia con un fisico da body builder alla fine del percorso che ci siamo imposti di seguire. È questo l’errore più comune in cui i frequentatori di palestre incappano arrivati a ridosso dell’estate. Io stesso ho provato più combinazioni di attività cardio vascolari e solo negli ultimi anni sono arrivato a valutare come soluzione davvero efficace quello che definisco “cardio attivo”. Io definisco cardio attivo l’eseguire un numero tot di esercizi che ripetuti senza pause permettono al corpo di beneficiare attivamente della condizione aerobica. Un circuito aerobico che possa permettere questo risultavo metterà in serie un numero tot di esercizi come il salto con le corde; Burpees; Squat Jump; Jumping Jack tanto per citarne alcuni. Questi verranno eseguiti per un tot di secondi o per un numero di ripetizioni intervallati l’uno dall’altro da un periodo di recupero blando (20’’ o poco più). L’atleta, in base alla sua preparazione fisica, ripeterà il circuito stesso un numero di volte che considererà adeguato. Una semplice corsetta sul tappeto, pedalata su bike o attività eseguita su un’ellittica se non volta a un intensità adeguata rischiano di vanificare il nostro lavoro. Infatti, per poter considerare l’attività aerobica attiva c’è bisogno che i battiti cardiaci siano adeguati e rapportati allo sforzo in esame. Per poter monitorare i reali battiti e capire quindi se si rientra in questa categoria, in commercio sono presenti i cardio frequenzimetri. Queste sono fasce elastiche che una volta sistemate all’altezza del cuore possono monitorare il suo reale lavoro. Pensare che una semplice camminata, o camminata veloce, possa permettere al corpo di beneficiare di questa tipologia di allenamento è un pensiero che dobbiamo necessariamente ricostruire se vogliamo ottenere davvero qualche risultato. Camminare di certo è un attività che fa bene alla circolazione ma non rientra in ogni caso in nessuna tipologia di allenamento.

Armando

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