La politica e lo sport

È inutile negare l’evidenza. La politica senza lo sport, in Italia soprattutto il calcio, sarebbe già fritta da molto tempo. Il sistema calcistico, come ben sappiamo, e molto più di uno sport nel nostro bel paese. A lui siamo disposti a perdonare tutto, e la stessa cosa facciamo con i protagonisti di questo sistema. Si sistema. L’ho già detto in altri articoli, “il sistema calcio non è uguale al calcio inteso come sport ricreativo”. Calciatori strapagati. Un giro di miliari di euro in ballo e, come se tutto questo non bastasse, distrarre il tifoso dal lunedì alla domenica dai fatti riguardanti questo sport sono i capisaldi del sistema. Tutto questo rende i nostri concittadini dei veri e propri burattini per quanto riguarda le problematiche, quelle vere, del nostro paese. Questo modo di fare che si è innescato sin dall’alba di questa attività sportiva è stato sfruttato, a mio parere, dalla politica italiana in modo da poter farsi gli affari suoi alle spalle della popolazione. Quest’ultima felice di dedicarsi al piacere del pallone come meglio gli aggrada. Sono idee le mie maturate negli anni in cui, causa calciopoli, mi sono allontanato definitivamente da questo sistema corrotto. In ben 12 anni ho avuto modo di valutare il suo impatto sulla popolazione, o almeno su gran parte di essa. Un popolo così assuefatto dalla sua “aurea” tanto da lasciare da parte tutte quelle questioni che lo riguardano in prima persona. Credo fermamente in questa mia visione. Ancora oggi, nonostante siano passati ben 12 anni da allora, il culmine è arrivato durante il mondiale di calcio del 2006. Con una situazione così delicata in corso, in quell’estate calda, qualcuno dall’alto deve essersi mosso, e non solo in Italia. Oggi come allora ci troviamo all’interno di un sistema politico europeo, non dimentichiamolo questo. Un’esplosione politica italiana avrebbe coinvolto nel corso del tempo anche altre nazioni. Il declino del pallone nel nostro paese sembrava segnato in sede giudiziaria ma qualcuno evidentemente non era d’accordo. Sarebbe stato un rischio troppo grosso da correre! “No, questa rivoluzione non s’ha da fare, né domani, né mai”. Fu così che la nazionale italiana di calcio vinse il suo bel mondiale, nonostante la contrarietà dell’allora patron della FIFA Joseph S. Blatter. Vi pongo un quesito: secondo voi è stato un caso non vederlo consegnare la coppa più prestigiosa per questo sport? Cos’è andato storto al vecchio Joseph per comportarsi così? A voi i commenti.

Armando

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