Teoria sulla lettura nona puntata: La lettura digitale

È questa la grande rivoluzione nel campo della lettura del XXI secolo. Gli e-book sembra stiano prendendo sempre più piede e l’e-reader è diventato uno strumento indispensabile per i lettori del nuovo millennio. Inoltre, questo nuovo mezzo, sembra attrarre i più piccoli accrescendo in loro l’amore per questa attività, incuriositi forse da quel dispositivo che gli permette di vivere questa esperienza come un gioco. Come per tutte le nuove invenzioni si sono espressi in merito pareri positivi e pareri negativi. Quelli positivi riguardano sicuramente l’esperienza di lettura, migliore non solo grazie alla funzionalità e alla risoluzione dello schermo che permette un minore affaticamento della vista e anche alla possibilità di regolare questo fattore a piacimento. Il dispositivo più leggero e sottile permette al lettore un’esperienza di lettura completamente diversa da quella cartacea. La possibilità di avere a portata di click migliaia di titoli e di usufruire di una vasta scelta di libri gratuiti da poter scaricare dai vari store presenti sul web, tra cui i grandi classici della letteratura mondiale. Infine i prezzi: questi variano da pochi centesimi fino a poco meno di 10 euro per il formato digitale. Passiamo ora ai lati negativi: “ci stiamo lasciando dietro un deserto digitale”. Questa è l’affermazione che Vinton Gray Cerf ha usato per definire l’attuale periodo storico. Cerf non è un semplice opinionista o pensatore dei nostri tempi ma uno dei due, insieme a Bob Kahn, padri fondatori di internet nonché vice presidente di Google con la carica di “chief internet evangelist”, letteralmente “evangelista-capo di internet”. Questo grido d’allarme arriva quindi da una personalità che del digitale ha fatto la sua vita. Le parole di Cerf non riguardano la lettura in senso stretto, infatti il vice presidente di Google fa un discorso a 360° su come l’umanità tutta oggi sia assuefatta dal digitale. Ci mette in guardia da un possibile buco nero che coinvolge noi e tutta la nostra società del XXI secolo. Digitalizzando e lasciandoli tali testi, documenti, foto o semplici pensieri rischiamo di non lasciare traccia del nostro passaggio su questa terra, testimonianze queste fondamentali da lasciare ai posteri. In base al quadro tracciato sopra, cercherò di mettere il suo discorso in relazione con quello da me sviluppato sulla lettura. Provate a immaginare La Divina Commedia del sommo poeta Dante Alighieri esclusivamente pubblicata in formato digitale. Quindi immaginate ora un black out elettrico capace in una frazione di secondo di spazzare via l’opera che così cadrà nell’oblio trascinando con se il suo scrittore e la sua storia. Dove voglio arrivare? Un’eccessiva fiducia nel digitale rischia di spingere le case editrici ad abbandonare nel corso dei prossimi decenni definitivamente il formato cartaceo, lasciandoci appunto quel deserto citato in precedenza. Di motivi per fare questo passo ne troverebbero a iosa ma quello per cui si rischia questa ecatombe è legato al solito fine: abbattere i costi e aumentare i ricavi. Inoltre rischiamo di ritrovarci le case vuote, spoglie di libri. Una bella libreria piena dei nostri libri preferiti ci permette, in base alla mia teoria sulla lettura, di lasciare una traccia di noi tramite loro. Quindi in merito, per sbrogliare questa situazione che rischia di diventare molto spiacevole, ho da proporre un’alternativa. La bellezza di un libro cartaceo non si discute, il tatto, il suo odore, né tanto meno deve rischiare di estinguersi per volontà del Dio Denaro. Siamo anche d’accordo però sulla praticità dell’e-book e di conseguenza dell’e-reader. Mi rivolgo quindi ai signori editori: mettetevi una mano sulla coscienza e prendete in considerazione la possibilità nel momento in cui un lettore acquista un libro cartaceo d’includere nel prezzo lo stesso libro in formato digitale. Permettete ai lettori di poter sfruttare entrambi i formati, la comodità della lettura digitale e la bellezza del formato cartaceo, il nostro prezioso tesoro. Per una volta mettetevi una mano sulla coscienza e non sempre e soltanto sul portafoglio.

Armando

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