La figura del vampiro: il mio punto di vista. Introduzione

Un diurno adolescente in preda a tempeste ormonali! Possiamo descrivere così il vampiro del XXI secolo, “merito” di Stephenie Meyer. Come ben sappiamo dai romanzi e film che trattano questa figura, il povero vampiro ha dovuto spesso mutare la sua forma e alcune sue caratteristiche. Da demone aristocratico nato dalla penna di Polidori passando dal famoso Conte Dracula di Bram Stoker che ha dato il là all’ascesa del vampiro. Quest’ultimo fortunato personaggio è stato al centro delle attenzioni di molti scrittori e dei primi registi di una nuova arte in ascesa, il cinematografo, cui questi hanno fin troppo attinto. Figura emotiva e cattiva, sembra gioire della sofferenza altrui traendone la sua forza, queste le caratteristiche principali del famoso conte. La svolta e il cambiamento arriveranno solo nella seconda metà del XX secolo. Il vampiro qui viene umanizzato prima dalla marvel con Blade e successivamente da Anne Rice con le sue Cronache dei vampiri. C’è, in tutto questo, un punto di congiunzione tra i vampiri della Rice e Blade, la grande novità del XX secolo. L’esprimere i propri sentimenti, le proprie paure e dubbi che avvicina il vampiro molto di più all’essere umano che al mostro del passato. Queste idee sembrano essere accolte positivamente non solo da grande pubblico, che accetta di buon grado questo nuovo vampiro, ma anche da uno dei più grandi scrittori horror del 900′, Stephen King. Con il suo romanzo “Le notti di Salem” dimostra di apprezzare il lavoro svolto soprattutto dalla Rice nella sua rielaborazione della creatura. Arrivati a questo punto, come si può arrivare a considerare questa stessa creatura nata come mostro e divenuta emotiva nella seconda metà del XX secolo un adolescente in preda a tempeste ormonali? Cercherò di rispondere a questo quesito fornendovi la mia chiave di lettura in merito. Inoltre, vi proporrò un paragone che ha già suscitato non poco interesse dove presenterò un “vampiro nascosto” del tutto inaspettato.

Armando

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