La figura del vampiro: la mia rilettura di Dracula

Come accennato settimana scorsa, vi propongo la mia rilettura del “Dracula” Di Bram Stoker. Lasciando da parte le varie vicende che si accavallano in questo romanzo, focalizziamo la nostra attenzione su quel dualismo Dracula – Jonathan Hacker che sembra essere alla base dello scritto proposto dall’autore irlandese. Praticamente da sempre, il romanzo viene considerato uno scontro tra uomo e mostro per accaparrarsi il cuore della bella Mina, moglie di Jonathan, sfortunatamente somigliate alla sposa defunta del vampiro. È proprio questa la sfaccettatura che permette una rilettura della storia in esame. Non credo si possa, a mio parere, considerare amore quello che Dracula sembra provare per Mina. Non è amore in quanto Dracula non prova sentimenti verso la ragazza. Il mostro è attratto dall’idea che la stessa Mina possa interpretare il ruolo che in passato fu della moglie, come detto, defunta. Io la considero più “Voglia di possedere un qualcosa” che una infatuazione amorosa. Mina altro non è, agli occhi di Dracula, che un oggetto da possedere e di cui usufruire come meglio gli aggrada. Il vampiro non riconosce mai la stessa Mina come un essere diverso da quello descritto in precedenza. La ragazza ha la sfortuna di ricordare al mostro un affetto per cui lo stesso ha provato, e probabilmente prova ancora, un sentimento amoroso. Sentimento provato, a quanto pare, in una maniera così smisurata e ossessiva da arrivare a provarle tutte per poter entrare in contatto con quell’oggetto del desiderio che non è Mina. Non sarà mai Mina la protagonista di tale sentimento, tra le altre cose non ricambiato. Protagonista in negativo la ragazza lo diventa suo malgrado viste tutte le vicende tragiche che vedono coinvolti coloro che proveranno a prendere le sue difese nel tentativo di salvarla dal mostro. Il discorso è diverso, naturalmente, per quanto riguarda Jonathan hacker. Lui si che combatterà a spada tratta sfidando quella creatura della notte presentatosi in un primo momento come amico. Jonathan si che ama Mina. Un amore puro riflesso di quel romanticismo ottocentesco capace di conferire a questo romanzo quell’aura disincantata e tetra. Caratteristiche queste in grado di lasciare il lettore in balia di un mostro che non si scomoderà mai a parlare in prima persona.

Armando

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