Jay Asher – tredici

Quando Clay Jensen ascolta il primo dei nastri che qualcuno ha lasciato per lui davanti alla porta di casa non può credere alle sue orecchie. La voce che gli sta parlando appartiene ad Hannah, la ragazza di cui è innamorato dalla prima liceo, la stessa che si è suicidata soltanto un paio di settimane prima. Clay è sconvolto, da un lato non vorrebbe avere nulla a che fare con quei nastri. Hannah è morta, e i suoi segreti dovrebbero essere sepolti con lei. Ma dall’altro, il desiderio di scoprire quale ruolo ha avuto lui nella vicenda è troppo forte. Per tutta la notte, quindi, guidato dalla voce della ragazza, Clay ripercorre gli episodi che hanno segnato la sua vita e determinato, in un drammatico effetto valanga, la scelta di privarsene. Tredici motivi, tredici storie che coinvolgono Clay e alcuni dei suoi compagni di scuola e che, una volta ascoltati, sconvolgeranno per sempre le loro esistenze.

Un romanzo che ho scovato per puro caso. Potente. Incredibile. Quanto entro in contatto con testi di questo tipo non riesco mai a capacitarmi del perché lavori del genere debbano, in Italia, sempre finire del dimenticatoio. Tredici è un romanzo da proporre, anno dopo anno, nelle nostre scuole. Gli studenti delle scuole medie e delle superiori dovrebbero confrontarsi con le registrazioni lasciate da Hanna Baker. Bullismo; violenza sessuale; violenza psicologica; disattenzione da parte di scuola e famiglia verso i problemi dei più giovani. All’interno di un solo romanzo è stato coinvolto, in maniera diretta, chiara e precisa, tutto l’universo che gira intorno al mondo adolescenziale. Tredici credo sia un romanzo ottimo per poter sensibilizzare i più giovani, e soprattutto i disinteressati adulti, su un punto fondamentale: il bullismo. È a loro, ai bulli, che il romanzo di Jay Asher si rivolge. Mostrando gli effetti delle loro azioni, che hanno portato a una conseguenza tremenda, l’autore statunitense li mette davanti a quelle che vogliono a tutti i costi generare: le paure. Affrontare il tema bullismo non credo sia facile, negarlo è ancora peggio. Con un testo del genere, presentato, letto e discusso in classe, si potrebbe davvero iniziare un discorso fin troppe volte taciuto.

Punteggio:

Armando

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