Italo Svevo – La coscienza di Zeno

La storia di Zeno Cosini, inetto a vivere: una specie di marionetta tirata da fili che quanto più egli indaga, gli sfuggono. Una coscienza inutile a mutare un destino che sembra ineluttabile. È il capolavoro di Svevo, la prima storia italiana dove entra prepotentemente in scena la psicanalisi come coprotagonista; forse il più grande romanzo del Novecento italiano e uno dei maggiori della letteratura europea di questo secolo

Che fatica! È stato un vero e proprio travaglio portare a termine questa lettura. Probabilmente la scelta di Svevo, quella di far narrare in prima persona al protagonista di questo romanzo, Zeno Corsini appunto, la sua vita non è stata la più azzeccata. Ho pensato anche alla possibilità, di cui non ho prova alcuna naturalmente, che la macchinosità di una scrittura molto contorta, e tutt’altro che scorrevole, possa essere una scelta voluta dallo stesso Svevo. Zeno non è infatti uno scrittore ma tiene quello che è di fatto il suo diario su invito del suo psicanalista. Potrebbe essere un modo per rendere ancor più verosimile la narrazione stessa ma, come detto, è solo una mia supposizione. Certo è che il testo è pieno zeppo di dritte, critiche e aneddoti che fanno riferimento alla società dell’epoca in cui il protagonista sta vivendo, a cavallo tra XIX e XX secolo, una situazione personale di certo non facile. La coscienza di Zeno la si può tranquillamente etichettare come metafora di quell’incertezza e delle difficoltà che un uomo medio, probabilmente timido, riservato e introverso come Zeno, vive in una società che sta mutando forse troppo in fretta per poter permettere a un individuo come lui di reggere il passo. Ottima la costruzione metaforica che si pone come una vera e propria macchina del tempo capace di far riflettere il lettore ma, al tempo stesso, disastrosa sotto il punto di vista della narrazione stessa, macchinosa e lenta, binomio che costringe il lettore più coraggioso a stringere in denti per portare a termine una lettura che, probabilmente, un lettore medio avrebbe abbandonato dopo poche pagine.

Punteggio:

Armando

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