Il genocidio siriano. La Auschwitz del vicino Oriente

È cronaca attuale, una delle pagine più tristi che, in questo XXI secolo, sta macchiando di sangue una nazione. Adulti o bambini poco importa: quello che sta andando in scena è un vero e proprio massacro che mette in fuga, tra la disperazione, tutte quelle povere anime che con caparbietà stanno provando resistere alle atrocità che ogni giorno si trovano ad affrontare. Nonostante i media nazionali riportino, certamente, la notizia, la stessa sembra venir ridimensionata, quindi accennata senza creare tutto quello scalpore che una situazione simile dovrebbe fare. In Siria, non importa tra chi va avanti questa contesa; non importa per quale, stupido, ideale queste danze macabre continuano a volteggiare contro un popolo inerme. Il popolo, sempre lui a farne le spese. Al contrario, i politicanti, grassi e ben vestiti, fanno proclami all’interno dei loro “bunker” inespugnabili, sicuri, magari, di non doversi infliggere la morte con la pistola in dotazione (il riferimento è puramente casuale (?)). Si usano armi di tutti i tipi in Siria: dai più “classici” mezzi da fuoco fino, anche se ufficialmente negato, a quelle armi chimiche, ancor più crudeli. In questo caso, la tecnologia sta venendo in soccorso (non è un termine troppo adatto in questo caso) dei civili che con i loro smartphone rimandano nel mondo immagini che giornali e telegiornali evitano, come la peste, di mostrarle a un pubblico che non vuole di certo vedere scene simili. Il tema che stiamo affrontando in queste settimane vede Auschwitz al centro di tutto. Un luogo sito in Germania che, a quanto pare, ha cugini sparsi in tutto il mondo. In Siria, culla di una cultura antica, dimenticata da chi cultura non ha, sta andando in scena una delle più grandi devastazioni di questo inizio di nuovo millennio. Lo si potrebbe fermare, certamente, ma, è evidente, semplicemente non lo si vuole. Tanto, non sono mica figli nostri quei bambini ormai vuoti anche di lacrime; con gli sguardi duri di uomini navigati; con ricordi che li perseguiteranno, loro che sopravvivranno a tutto ciò, per il resto della loro vita, lasciando incubi perpetui fino alla fine dei loro giorni. Di Auschwitz ce né una sola, ho sentito ripetere più spesso di quando si possa pensare. Ma…siamo davvero sicuri sia così? Eppure, basta guardarsi un attimo attorno, gettando uno sguardo al passato e uno al presente, purtroppo, per capire che di lager come quello ne è pieno il mondo. I figli di quel dio buono, giusto, creatore dell’essere umano a sua immagine e somiglianza, lo abbiamo sotto i nostri occhi. Infligge dolore a chiunque, non importa se sei piccolo e indifeso o vecchio e stanco. Il genocidio del popolo siriano, perché è così si sta trasformando tutto questo, è sotto i nostri occhi, oggi, adesso, ma in pochi, purtroppo, riescono a capire cosa esattamente stia accadendo in quella terra, a quanto sembra, dimenticata dagli uomini e dalle loro credenze sovrannaturali.

Armando

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