Il diario alimentare – Si cresce insieme a lui

Ed è proprio vero, si cresce insieme a lui. Si commettono errori, si impara tanto, si inizia a capire che l’alimentazione corretta non è un qualcosa fatta per un tempo definito ma, come spesso detto e ribadito all’interno di questa rubrica, una compagna per la vita. In questa mia prima fase di avvicinamento a una vita completamente diversa dalla precedente, ho preferito approfondire gli studi in merito in modo da strutturare, per me e soltanto per me, la mia routine alimentare. Lo so, non è l’approccio migliore da mettere in campo quando si parla di una impostazione che solo un nutrizionista certificato deve poter gestire. Il mio intento, all’epoca, è stato quello di mettere in campo me stesso, in tutto e per tutto. Non ho campato in aria la costruzione dei pasti, al contrario, mi sono servito di testi complessi, difficili da interpretare sotto molti aspetti, più vicini possibile a quelli studiati da coloro i quali hanno preferito affrontare un corso di laurea come scienze della nutrizione. A questo punto mi si potrebbe chiedere:

Perché non ti sei iscritto a questo corso di laurea se l’argomento ti piaceva così tanto?

Semplice: perché non era il percorso professionale che volevo intraprendere. C’era, ieri come oggi, la volontà di approfondire l’argomento, cercare di padroneggiare quello che considero un tassello fondamentale per le vite di tutti noi: L’alimentazione. Quando il sistema scolastico viene meno, altro non resta da fare che aprire i libri, farsi una cultura da sé, e battere quel sistema che, a oggi ma speriamo possa rimediare nel prossimo futuro, fa acqua da tutte le parti. Inoltre, informarsi, leggere e stare sempre al passo con quanto di bello c’è da studiare, scegliendo da sé la tematica preferita, non fa certo male né al nostro cervello né, tanto meno, alla nostra vita. Questo primo step mi ha arricchito molto. Senza accorgermene, il nuovo Armando si stava staccando dal vecchio, quello superficiale e pronto a puntare il dito contro tutti quando, nel caso specifico, avrebbe dovuto fare semplicemente me culpa per gli errori commessi… nonostante fosse ancora un ragazzino.

Armando

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