I progressi nell’allenamento – I Sintomi

Molto spesso mi ritrovo a discutere con persone che, dopo innumerevoli anni d’inattività fisica, riprendono finalmente le redini della propria vita iniziando un percorso che li condurrà a quel benessere psicofisico di cui tanto stiamo parlando all’interno di questa rubrica. Allo stesso modo, molto spesso, mi ritrovo a confrontarmi con loro per vedere se le cose stanno realmente cambiando. Beh, in molti, forse troppi casi, mi rendo conto che per questi soggetti il discorso progressi non va mai di pari passo con il benessere che dovrebbe essere l’argomento predominante. “Si, va bene, ma gli addominali dove sono?”; “Si, ok, ma io pensavo che già in un mese avrei risolto il grosso dei miei problemi qui in sala attrezzi”; “Si, ok, ma ho sempre fatto così, continuo a non vedere quello che mi aspettavo”. I discorsi vanno pressappoco in questa direzione. Forse è meglio che vi spieghi un po’ di cosa sto parlando. Le persone che arrivano in palestra dopo anni d’inattività o, addirittura, che attività fisica non l’hanno mai fatta (eh sì ci sono anche purtroppo) cercano nel temine “progressi”, a cui aggiungo “cause e sintomi”, un qualcosa d’indefinibile in un primo periodo. Eppure i progressi li notano sin dalle prime settimane, semplicemente non li identificano con essi. Migliore reattività nel corso della giornata; maggiore volontà di svolgere le mansioni lavorative e non; affrontare la vita, finalmente, con il sorriso e la positività; primi piccoli passi avanti a livello fisico/estetico; benessere generale e risposta positiva da parte di tutto il sistema corporeo che sta rispondendo con un “Hurrà!” ai nuovi stimoli allenanti e alimentari. Tutto questo, purtroppo, viene fatto passare in secondo piano non solo dal neo atleta ma, e soprattutto, dalle persone con cui entrano in contatto. Se ci si aspetta di risolvere un problema, soprattutto quello del sovrappeso, creato in anni e anni d’inattività in un solo mese o in una cinquantina di giorni probabilmente i calcoli vanno rivisti. Bisognerebbe apprezzare quei, anche se piccoli in questa prima fase, passi avanti che stiamo facendo per noi, per il nostro corpo e, quindi, per la nostra salute. Affrontare con tranquillità questo percorso di risalita è un primo passo in avanti per arrivare a quel traguardo che ci siamo imposti all’inizio di questo cammino. È un cammino individuale, dove alcune figure quali personal trainer, istruttore di sala e nutrizionista (meglio sportivo) affiancano l’atleta dandogli consigli per poterlo affrontare al meglio. Come in tutte le cose, anche in questo caso dobbiamo tenere conto dei possibili “virus”. Questi, tuttologi improvvisati e mass media, promettono risultati eclatanti in soli pochi (udite, udite!) mesi vanno eliminati a priori. In definitiva, chi affronta questo percorso lo deve fare con pazienza e consapevolezza di sé stesso, apprezzando i progressi fatti ed evitando come la peste i ciarlatani venditori di fumo.

Armando

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