Guillermo Del Toro e Chuck Hogan – La porta del male

New Jersey, 2020. La vita dell’agente dell’FBI Odessa Hardwicke subisce una svolta inaspettata quando si trova costretta a puntare la pistola contro il suo collega, Walt Leppo, diventato inspiegabilmente violento durante l’arresto di un killer spietato. A subire la sua aggressione è una bambina di nove anni, unica sopravvissuta sulla scena del crimine. Odessa agisce d’impulso per salvarla ma la sparatoria, motivata come legittima difesa, la scuote nel profondo. Ciò che più la preoccupa, tuttavia, è la presenza oscura che è certa di aver visto sollevarsi come una nebbiolina dal corpo del collega in fin di vita… Seguendo le piste di un nuovo caso apparentemente irrisolvibile, Odessa si mette sulle tracce di John Blackwood, un individuo misterioso che sostiene di essere vivo da secoli. Potrebbe essere un mitomane o un pazzo sfrenato. Ma forse questo caso non si può risolvere con una normale indagine. Forse Blackwood è l’unica difesa contro un male indicibile.

All’interno di questo romanzo c’erano tutti i presupposti per poter assistere a una vicenda capace di coinvolgere il lettore a trecentosessanta gradi. C’erano i personaggi, c’era l’azione, il tutto condito da quel paranormale che tanto ci preoccupa, quell’ignoto capace di spaventarci come nient’altro. Purtroppo, qualcosa è andato storto. Non è il Guillermo del Toro letto ne La forma dell’acqua. Questa volta, lo scrittore risulta impreciso, a volte distratto, dimentico per quanto riguarda particolari, fatti e accadimenti lasciati (o mai narrati) in un dimenticatoio. Nonostante la buona inquadratura dei personaggi gli stessi sembrano non riuscire a prendere consistenza nel contesto in cui vengono calati. Sono distanti, il lettore stesso si ritrova a costruire un puzzle a cui mancano tanti, troppi pezzi. Peccato. L’idea di base era ottima, l’esecuzione un po’ meno. Ho notato tanta confusione, troppa voglia di chiudere la vicenda, tanto da lasciare in un angolo quel coinvolgimento emotivo che deve necessariamente esserci nell’autore. Come dire: anche i migliori possono fare un passo falso.

Punteggio:    

Armando

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