Lo scorso 28 luglio sono stato ospite del comune di Vaccarizzo albaense. Il piccolo paese sito ai piedi della Sila greca è una vera e propria perla, così come la cultura Arbëreshë difesa a spada tratta da tutti i suoi abitanti. Sin dal mio arrivo l’accoglienza è stata calorosa. In compagnia di Francesco Godino, assessore alla cultura, faccio la conoscenza di molti residenti. La presentazione de La leggenda di Leon è in cartello per le 21:30 ma c’è da temporeggiare per permettere alla processione in onore di San Francesco di completare il suo percorso. Questo evento sancisce il forte legame della comunità non solo con il santo ma anche con i vaccarizzioti emigrati. Infatti, la festa in questione, in cartello l’ultima domenica di luglio, è un remake di quella dedicata al santo il 2 aprile. Il comune ha pesato bene di permettere ai suoi concittadini, lontani dal paese per impegni lavorativi, di godere di tale evento al loro ritorno. Il clima intorno a me è dei più amichevoli. Si respira armonia, vicinanza e curiosità. I bambini giocano felici tra loro, lontani da smartphone e tecnologie moderne, permettendomi di vivere una piacevole situazione ormai in via d’estinzione. Completata la funzione, la macchina comunale si mette subito all’opera per allestire quanto serve per accogliere la presentazione. Nel giro di pochi minuti, Piazza Pasquale Scura passa dalla devozione religiosa ai fatti risorgimentali narrati nel testo da me proposto. Ad affiancarmi nel corso del dibattito ci sono Francesco Godino e Rosaria Turano, quest’ultima eletta assessore della nuova giunta da poco nominata. La nostra chiacchierata non è solo rivolta al pubblico in quanto uditori. Riusciamo a coinvolgerli, interagendo e discutendo insieme i temi più caldi, vissuti e proposti dal Barone Leonardo Cortese. Ad attirare l’attenzione è la figura di Luigi Tieri, precettore di Leonardo che rappresenta la cultura e tutti quegli insegnati devoti alla loro missione. Si prosegue focalizzando l’attenzione sul ruolo delle donne, nel passato tanto quanto nel presente, fino ad arrivare a quella solitudine vissuta dal protagonista e discussa da me non solo nel romanzo ma anche all’interno del saggio dal titolo Le due facce della Solitudine. Con questa ultima tematica concludiamo il lavoro di divulgazione, ripromettendoci di collaborare nel prossimo futuro. È stata una esperienza fantastica, vissuta con tranquillità e in un contesto, come accennato all’interno dell’articolo precedente, molto lontano dalla frenesia moderna. Farò tesoro di questo insegnamento, ringraziando sempre una comunità calorosa in grado di far riscoprire i veri piaceri e i valori della vita.
Armando