Ettore Majorana: Ipotesi sulla scomparsa. L’incontro che non ti aspetti

Da questo momento in poi ricostruire i possibili spostamenti del Majorana diventa molto difficile. Se il suo approdo negli Stati Uniti sembra una possibilità verosimile, adesso siamo costretti a muoverci all’interno di una dimensione fantastica. Aleggia, vista l’ipotesi statunitense e l’epilogo a esso legato, una nuova possibilità per quanto riguarda un nuovo pensiero riguardante il suicidio, del tutto legittimo, dopo la prova di forza dell’equazione su cui sto, nel mio piccolo, provando a ricostruire un quadro alternativo che vede il famoso fisico siciliano come protagonista. Ma, ormai lo sappiamo, a un uomo con caratteristiche fuori dal comune come lui le nuove intuizioni, idee e motivi di lavoro di certo non tardano a arrivare. Quindi, alla luce di queste possibilità, non possiamo fare altro che porre una domanda capace di permettere noi di continuare, almeno all’interno di questo discorso fantastico, il percorso iniziato:

Quale è stato l’input che gli ha permesso di continuare le sue ricerche, interrogando i suoi preziosi numeri?

Per far ciò, dobbiamo fare un passo indietro di qualche anno, ritornando probabilmente alla fine degli anni 30’, al più agli inizi degli anni 40’. Fu probabilmente la fama che quel nome portava con sé. Le grandiose intuizioni che avevano dato luce artificiale, illuminando tutto il pianeta, a spingere Ettore Majorana a ricercare un contatto con lui. Riesco a immaginare il loro incontro che, per quanto fantasioso e probabilmente mai avvenuto, fu capace di rimescolare le carte nella testa del fisico italiano. Dopo pochi convenevoli, frasi di circostanza e qualche titubanza, li vedo seduti all’interno del suo laboratorio, dove la bobina da lui creata deve aver impressionato e non poco il Majorana. Conoscendo il personaggio, lo scienziato e il suo voler ricercare sempre e comunque un qualcosa che non c’è, almeno non ancora, dopo aver intuito chi avesse davanti, l’altro, Nikola Tesla, non poté fare che lanciarsi a capofitto in discussioni scientifiche. Chissà quali meraviglie gli ha illustrato; quali progetti pronti, dopo un duro lavoro e sudore, per essere testati. Chissà se lo stesso Majorana, rielaborando quanto messo su carta da Tesla, sia stato in grado di far letteralmente esplodere la lampadina all’interno del cervello dell’inventore austro ungherese. Sono le parole, congetture e fantasie di un individuo, il sottoscritto, che prova a immaginare un quadro del tutto diverso da quanto proposto dalla storia che riguarda le vite dei due protagonisti. Un’immagine meravigliosa, quella di due delle menti più prodigiose del ventesimo secolo. Cosa avrebbero potuto fare insieme? Non di certo ricercare gloria, nessuno dei due viveva per la fama e per il successo. Entrambi solitari, pronti a discutere con sé stessi anche per giorni interi. Ecco perché mi permetto di mettere in relazione Ettore Majorana e Nikola Tesla. Due solitari; due geni; due esseri umani fuori dal comune come loro, chissà:

Avrebbero potuto, in questo universo o in uno parallelo, diventare colleghi e amici?

Armando

 

 

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