Ettore Majorana: Ipotesi sulla scomparsa. Il viaggio

Il tempo trascorse inesorabile. La morte del caro amico Nikola Tesla ha lasciato un vuoto incolmabile in Ettore Majorana. Neppure lui, un uomo tutto d’un pezzo, è stato capace di reagire a un lutto del genere. Mai, prima d’ora, Ettore Majorana aveva lavorato spalla a spalla con un altro essere umano. In Italia era abituato a svolgere le sue ricerche in completa solitudine, creando, al massimo, un dialogo per proporre, o ascoltare idee altrui. Con quell’uomo, invece, tutto era cambiato. Ettore era cambiato. Aveva trovato un suo equilibrio, condito, certamente, da discussioni scientifiche, imparando a fare quello che probabilmente non gli era mai riuscito: sognare. È stato così concentrato sul lavoro, sulla ricerca di qualcosa da proporre al mondo, arrivando a difenderlo affrontando una situazione assurda, tanto da dimenticarsi completamente di quella dimensione magica che solo i sogni hanno. È questo, immagino, l’insegnamento più importante che Nikola Tesla lascia al fisico italiano. Voglio ricordare, soprattutto a chi si imbatte in questo articolo senza aver letto i precedenti, che sto provando a riscrivere la possibile vita di Ettore Majorana dopo la sua scomparsa. Siamo arrivati al capitolo finale, pronti ormai alla partenza. Non è stato un cammino facile. Dopo la morte di Tesla, Majorana ha trovato non poche difficoltà nel tradurre in fatti concreti i calcoli che devono, necessariamente, riportarlo nel passato. Come detto nelle settimane passate, Tesla ha basato le sue teorie riguardanti il viaggio nel tempo usando, come base per il trasporto, l’energia elettrica. Se con corrente continua o alternata non lo sappiamo. È certo, però, che se c’è un massimo esperto in materia quello, al tempo in cui si sono svolti questi fatti, adesso non c’è più. Majorana trascorse anni, tra prove, ricalcoli e cambi radicali di prospettiva nel tentativo di venire a capo della situazione. Arriva persino a pensare che un aiuto da parte di Thomas Edison, deceduto nel 1931, sarebbe risultato una manna dal cielo, per poi cancellare immediatamente l’idea. «Brutto stupito! Vuoi paragonare il genio di Nikola con quell’arrivista?». Quindi, come fare? Dove poteva trovare la chiave di volta di quella porta non ancora aperta? Ettore non sapeva che il tempo dell’atomica era ormai alle porte. Sono trascorsi più di 2 anni dalla morte dell’amico e lui è ancora lì, bloccato in un tempo che Ettore considera inutile. Aveva perso ogni interesse per tutto. Ricerche, scoperte, guerre, nulla aveva senso. L’unico suo pensiero è quello di fare ritorno al passato, distruggendo chiunque avesse pronunciato E=mc2. Poi, in una torrida estate del 1945 arriva la notizia. Furono i 3 giorni peggiori della vita di Ettore Majorana. Tra il 6 e il 9 agosto di quell’anno vennero sganciate 2 bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, cambiando definitivamente il volto del mondo…e la presenza dell’uomo sul pianeta. Afflitto, distrutto da quella notizia, che in cuor suo sapeva sarebbe arrivata, Majorana risponde a quella tragedia come solo lui sa fare. Si butta a capofitto sul lavoro, chiudendo le porte al mondo, costretto a rimanere fuori dal suo appartamento di New York. Tutti gli sforzi, inutili fino a quel momento, vengono ripagati da quell’ultimo moto di disperazione. Chissà, ad aprire quel portale magari è stata proprio la bobina di Tesla, macchina da sempre sotto i suoi occhi. Bastarono pochi giorni e una tragedia immane per poter concludere un lavoro iniziato tanti anni prima. Dopo pochi, piccoli aggiustamenti, Majorana inserisce le coordinate. È tutto pronto per la partenza. C’è un’ultima incognita: la buona riuscita del viaggio non è sicura. I calcoli parlano di un portale atto ad aprire una porta sul passato ma:

Può un corpo umano superarla, passando dall’altra parte senza conseguenze?

Non abbiamo una risposta a questa domanda, come non ce l’ha lo stesso Ettore. Sa soltanto che deve attraversare, rischiare, non c’è altra soluzione. Il campo energetico rilascia sfrigolii nell’aria, è un concentrato di forza pura. Solo un bagaglio con sé, Majorana sa che non sarà necessario portarsi dietro nulla che non sia indispensabile. Dopotutto, se i suoi calcoli sono esatti, dovrebbe trovare sé stesso, quello del passato, dall’altra parte. Dà un ultimo sguardo al suo appartamento, un ultimo pensiero all’amico Nikola. Fa un grosso respiro e si inoltra in quel passaggio, sperando lo conduca a destinazione. Il campo di energia si increspa, sfrigola più che mai durante il passaggio del fisico siciliano. Poi più nulla. Il macchinario si spegne, probabilmente in sovraccarico, dopo aver inghiottito Ettore Majorana. In viaggio del nostro protagonista ha inizio. Non ci è dato sapere cosa è accaduto dopo. La linea temporale in cui è diretto è diversa dalla nostra. Possiamo solo salutarlo, accompagnarlo fino a quella porta, senza mai dimenticare un uomo che è stato capace di far perdere le sue tracce, diventando di diritto una leggenda.

Armando

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