Ettore Majorana: Ipotesi sulla scomparsa. Ettore e Nikola

Continuando a navigare in questo mare fantastico, nient’altro che ipotesi personali sulla scomparsa di Ettore Majorana, proviamo a immaginare la sua amicizia e collaborazione con Nikola Tesla. Dopo aver dato luce a tutto il pianeta con la sua corrente alternata, battendo sul filo di lana Thomas Edison e la sua corrente continua (ne parliamo, magari, dettagliatamene in futuro) dove può spingersi l’immaginazione, l’intuizione e il genio di Tesla? Cosa avrebbe potuto creare con al suo fianco Ettore Majorana? Quello che iniziamo a vedere oggi lo si potrebbe definire come Effetto Verne. Cos’è l’effetto Verne? È un’idea, un pensiero, considerato, per il momento storico in cui viene concepito, pura utopia, ma che, allo stesso tempo, potrebbe in futuro trasformarsi in realtà. Questo rapporto di lavoro e di amicizia non si spinge, per forza di cose, oltre il 1943, anno in cui Tesla muore. Come possiamo bene capire, la scintilla che avrebbe potuto permettere a Majorana una, ennesima, nuova vita dopo lo sgancio delle 2 bombe nucleari datate 1945, inizia a prendere forma molto tempo prima che questa eventualità, poi divenuta certezza, si concretizzasse. Immagino lo stesso Majorana raccontare i suoi timori, come abbiamo già visto, nei confronti di quella formula che lo ha allontanato da un Europa, al momento, sospettata numero uno per quanto riguarda l’uso del nucleare. Ci troviamo tra la fine degli anni 30’ e gli inizi degli anni 40’, periodo questo favorevole al nazifascismo, potenza che sembrava aver ben chiaro il suo percorso nell’immediato futuro. Su cosa potrebbero aver discusso i due uomini? La risposta potrebbe lasciare spiazzati in molti: di niente che ha a che vedere con la situazione politica che stava, pian piano, avvolgendo il mondo. Tesla invita Majorana a gettare uno sguardo oltre la guerra imminente che sta per avvolgere il mondo. Invita a disegnare il dopo, lavorando sul futuro da lasciare in eredità a un pianeta uscito da quel parapiglia bellico, che all’epoca sembrava ancora dover durare poco o nulla. Come sappiamo non sarà così. Probabilmente la figura dell’inventore austro ungherese funge, per il fisico siciliano, da forbice, capace di trasportarlo all’interno di un universo parallelo fatto d’invenzioni, nuove formule su cui discutere e possibili scenari tecnologici dove l’uomo moderno prenderà forma da li a breve. Insomma, lo allontana dalla questione bellica nonostante, lo stesso Tesla, lo si potrebbe considerare anche un ingegnere militare, dopotutto ha teorizzato una sorta di un raggio della morte. Tutto ciò dettato, probabilmente, dall’età ormai avanzata dell’inventore, cosa che gli fa preferire l’entusiasmo verso nuove invenzioni piuttosto che il deprimersi per situazioni politiche pronte a catapultare, a solo un ventennio di distanza, la Terra in un nuovo conflitto mondiale. Immagino un Nikola Tesla stanco e sfiduciato dopo tutti i torti subiti, soprattutto in relazione ai brevetti rubati, ma pronto a rimettersi in moto dopo l’incontro con quell’uomo, Ettore Majorana, fuori da comune, proprio come lui. L’unico individuo con cui parlare di un argomento affascinate, capace ancora di far brillare i suoi occhi con quel barlume di speranze ed eccitazione che solo un bambino ha. Ma di questo ne parliamo la settimana prossima.

Armando

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