DPCM 25 ottobre: l’ultima beffa

Da autore e da appassionato, prima di tutto, di palestra, settore di cui oggi faccio parte attivamente, non posso che esprimere il mio rammarico. Le ultime disposizioni nazionali danno il colpo di grazia a un settore già in grossa difficoltà. Non nego assolutamente la gravita della situazione, anzi, sono vicino a tutte quelle famiglie colpite direttamente dal corona virus, ai medici, infermieri e tutto il personale impegnato all’interno dei nostri ospedali che stanno lavorando da mesi con l’acqua alla gola. L’ultimo decreto sembra ribadire l’inutilità della cultura, dello sport e del benessere psicofisico che entrambi gli ambiti culturali, così come li ho sempre visti, definiti e vissuti, sono in grado di esprimere, altrimenti si sarebbero presi provvedimenti ben diversi da quelli odierni. Chi segue il blog con costanza sa che raramente mi sono occupato di attualità, delle notizie dell’ultima ora per intenderci, riservando tutto il mio tempo, impegno e dedizione per poter dimostrare con esempi concreti, settimana dopo settimana, anno dopo anno, il ruolo fondamentale che un percorso culturale, sportivo e di buona alimentazione riescono a conferire alle nostre vite. Con il decreto approvato lo scorso venticinque ottobre, però, mi sento chiamato in causa, preso in giro, da una nuova, ennesima, beffa riservata a benessere culturale. Scaricare su cultura e sport individuale responsabilità derivanti da un trasporto pubblico non adeguato al periodo storico che stiamo vivendo; da strutture sanitarie non preparate, nonostante la seconda ondata era data per certa dalla comunità medico – scientifica, sono situazioni distanti anni luce dalle attività messe in discussione. I dati parlano chiaro: su circa 357 mila spettatori che hanno preso parte a più di duemila spettacoli, presentazioni, rappresentazioni teatrali e cinematografiche, con il numero che sale in maniera vertiginosa se contiamo tutti i soggetti che fino a pochi giorni fa hanno frequentato palestre e piscine, i casi di positività al corona virus effettivamente riscontrati si contano sulle dita di una mano. Perché? Perché cultura e sport rispondono a un comandamento molto semplice: La disciplina. La stessa, ed è evidente a mio modo di vedere, è mancata altrove. Adesso dobbiamo essere più forti di prima, fare fronte comune. Perché cultura e sport possono coesistere, una frase che racchiude in sé tutta l’essenza del mio pensiero.

Armando

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