Douglas Preston & Lincoln Child – Relic

New York, Museo di Storia naturale: durante l’allestimento di una importante mostra, alcuni visitatori vengono uccisi barbaramente nei bui corridoi dell’edificio. A nulla vale il presidio di ogni sala da parte di polizia e FBI: all’approssimarsi dell’inaugurazione, nuove inquietanti sparizioni turbano i lavori. La serie di omicidi è in realtà cominciata molto tempo prima, ma è sempre stata coperta per difendere l’immagine dell’istituzione. Le indagini degli agenti, tra cui il brillante Aloysius Pendergast, riconducono a una spedizione effettuata anni prima nella foresta amazzonica. Che cosa avevano scoperto i ricercatori del Museo? E chi – o che cosa – si nasconde nei suoi sotterranei?

È un lavoro molto più articolato di quanto sembra. Relic si muove, a suo agio, tra storia, mitologia e scienza, andando ad abbracciare quel filone horror unico, probabilmente, habitat naturale di questo romanzo. Nonostante la storia abbia un inizio incerto, capace di far storcere il naso al lettore più esigente, la narrazione torna in pista giusto in tempo. Prende vita così un mondo all’apparenza tranquillo, dove individui in giacca, cravatta e grandi occhiali da vista sul naso, si ritrovano catapultati in una situazione davvero unica nel suo genere. Noi lettori, faremo i conti con i “buoni” e i “cattivi”, descritti dagli autori utilizzando il più classico esempio riferito alle due figure. Una volta superato il primo step, il testo prende letteralmente il volo, coinvolgendo il lettore stesso nelle indagini da cui, per i movimenti a cui sono soggetti i protagonisti chiamati in causa, sembrava essere escluso, diventando lui stesso parte attiva della narrazione. Si provano le sensazioni più disparate in Relic: la volontà di dare un cazzotto a uno dei personaggi presenti; quella di ascoltare per ore e ore colui che ne sa più di noi su una tematica davvero affascinante; la voglia di conoscere meglio, magari al di fuori del contesto in cui ci troviamo, qualcun altro/a; il terrore quello puro… ed è questo il punto principe della stesura. Per farla breve, il testo è perfettamente in linea con le aspettative del lettore, costretto, suo malgrado, a confrontarsi con chi proprio avrebbe fatto a meno e a provare terrore, quello genuino, in più momenti all’interno di una narrazione che considerare coinvolgente è semplicemente riduttivo.    

Punteggio:

Armando

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.