Dean Koontz – L’ultima porta del cielo

La vita in una roulotte è dura. Eppure la bella e sfortunata Micky Bellsong sente che la sua travagliata esistenza è a una svolta: ha la netta sensazione che le stia per accadere “qualcosa di molto potente”. E l’occasione non tarda ad arrivare: è una bambina di nove anni, si chiama Leilani, abita da pochi giorni nella roulotte vicina e sembra possedere parecchie risposte ai misteri della vita e del dolore. A dispetto del tutore ortopedico alla gamba e i gravi problemi di articolazione che affliggono il suo braccio sinistro, Leilani è apparentemente molto più serena di Micky e assai matura per la sua età. Ma improvvisamente la roulotte di Leilani sparisce nel nulla e Micky fa una terrificante scoperta

Dean Koontz è sempre una garanzia. Quando sei un autore in grado di rendere leggero, scorrevole e piacevole un lavoro di oltre 700 pagine hai vinto! Come spesso accade con i libri di King, anche in questo caso non vedevo l’ora di ricavare il mio tempo per tornare a questa lettura. Tanta descrizione di ambienti e personaggi il tutto condito da un’ironia capace di smorzare un po’ le situazioni che si accavallano. Pochi dialoghi mirati, chiari e diretti, rendono partecipe il lettore in una molteplicità di situazioni che vedono come protagonisti la nostra società…aliena. Molta attenzione dedicata al racconto con riferimenti, aforismi ed esempi ben delineati. Scrittura semplice e presentazione dei personaggi maestrale. Nessuna fatica fa il lettore nell’individuare, e ricordare, i vari protagonisti che si avvicendano. Visto quando scritto sopra mi chiedo: come è possibile snobbare un autore del genere in Italia? Perché non si dà a Koontz lo spazio letterario che merita anche nel nostro bel paese? Il suo modo di narrare ha una marcia in più, un qualcosa che prende il lettore teletrasportandolo all’interno di vicende che lo fanno riflettere, lasciando spazio a quella nota di distensione che trapela dagli stessi protagonisti.

Punteggio:

Armando

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