Consigli alimentari e alimentazione personalizzata, facciamo chiarezza

Ho sempre ribadito con fermezza un pensiero che recita all’incirca così:

Nessuno, tranne il medico nutrizionista, è abilitato alla stesura di un piano alimentare. L’istruttore di sala attrezzi/personal trainer, in assenza di un titolo che lo abilita a tale scopo, non può confezionare un piano alimentare personalizzato ma, al contrario, è tenuto a dare buoni consigli su come poter migliorare il benessere dell’atleta/frequentatore per quanto riguarda la buona alimentazione

Non posso nascondere che quello che vado dicendo, sul blog ma anche fuori da esso, sta creando non pochi malumori tra tutte quelle persone non idonee allo scopo che senza né arte né parte confezionano a chiunque, dietro pagamento naturalmente, piani alimentari che potrebbero causare anche grossi problemi di salute. Sei troppo duro, cosa vuoi che succeda? Eh già, mi sono sentito dire anche questo da coloro che insistono nelle loro buone ragioni. Vado quindi a illustrare i Problemi (e la P maiuscola è voluta) che una cosa del genere potrebbe causare all’atleta che ingenuamente si mette nelle mani di “personale non autorizzato”. Il medico nutrizionista esegue, per poter impostare un piano alimentare personalizzato, una vera e propria visita medica atta allo scopo. Questa vede come protagonista l’analisi delle intolleranze alimentari, queste ultime forse fin troppo spesso prese sotto gamba. L’analisi delle intolleranze, infatti, sono fondamentali per poter far intraprendere un percorso corretto, e in sicurezza, al cliente che mette, e qui non è esagerato, la sua vita nelle mani di questa figura professionale. A differenza di ciò, l’istruttore/personal trainer che intraprende questa pratica, ricordo quello non abilitato, stila il piano alimentare in base alle sue conoscenze in merito alla materia che, anche se ottime, hanno la lacuna più grande: la mancata visita del soggetto in questione. Questo potrebbe comportare problematiche che vanno ben oltre la mancata efficacia del piano stesso. Infatti, il mancato risultato è l’ultimo dei problemi se teniamo conto, e non possiamo farne a meno, del fattore di cui abbiamo appena parlato, appunto, le intolleranze. Avete idea di cosa può succedere se un alimento a cui sono intollerante viene ingerito? Nel migliore dei casi si sta male. Dissenteria, mal di stomaco e probabilmente un paio si giornate buttate a imprecare. Nel peggiore dei casi? Uno shock anafilattico potrebbe causare spiacevoli conseguenze e, se le circostanze sono tutte a nostro sfavore, queste potrebbero essere le ultime. È un articolo forse strano da concepire per chi non ha dimestichezza in questo campo, quindi a maggior ragione è necessario mettere nelle mani giuste la nostra salute, il nostro benessere e la nostra vita onde evitare conseguenze spiacevoli.

Armando

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