“Conseguenze” degli allenamenti: conclusione

Credo sia facile, alla luce di quello che ho scritto nelle settimane passate, trarre le conclusioni su quelle “conseguenze” che un allenamento divenuto stile di vita possa apportare alle nostre vite. Dopo aver trascorso un periodo di travaglio, quel primo passo che ci ha fatto sentire, probabilmente, fuori luogo, oggi siamo certamente individui sani e con una consapevolezza di noi mai raggiunta prima. È questo l‘obiettivo ultimo che dobbiamo sempre perseguire:

Non sentirsi mai arrivati, alla costante ricerca del nuovo e di quegli stimoli atti a farci stare bene

È questo che l’esperienza mi ha insegnato. È un percorso che va affrontato per il 90% da soli, consapevoli sempre dei propri limiti, pronti a mettersi in gioco per poter migliorare arrivando a un nuovo step da affrontare. Non si faccia mai l’errore di competere. Qui c’è solo una gara in atto, con noi stessi e con nessun altro. Arrivati a questo punto, non dobbiamo fare l’errore di sentirci arrivati, in un certo qual modo superiori a qualcun altro. Al contrario, mettiamo a disposizione il nostro percorso, invitiamo altri a incamminarsi su una strada che non può che portare a quel benessere psicofisico per cui tanto abbiamo lavorato. Cerchiamo di essere pazienti con chi proprio non vuole capire, magari neanche accettare, quei cambiamenti avvenuti all’interno del nostro stile di vita, necessari per poter intraprendere questa strada. Se tutto è andato per il verso giusto, abbiamo maturato un’umiltà che apre la strada a quel saper ascoltare che ci servirà in futuro. I sacrifici fatti fino a questo momento non devono essere vanificati dal sentirsi superiori a qualcun altro, tengo a ribadirlo questo concetto. Sembra una sciocchezza scritta così ma, credetemi, è uno di quei fattori che potrebbero presentarsi se testa e fisico smettono di parlarsi. Una costante consapevolezza di sé, del passato che ci ha condotto fino a qui, deve essere sempre ben presente, anche quando ci si ritroverà davanti quell’individuo pronto a denigrare tutto il nostro lavoro. In questo caso specifico giratevi e andate via, non vale la pena discutere con persone che proprio non hanno voglia di stare a sentire quello che abbiamo da dire. Come ultimo articolo di questo 2019, non posso che augurare a tutti voi questo percorso di riscoperta, magari partito proprio oggi da queste mie parole che, nel loro piccolo, hanno provato a descrivere un quadro così ampio e complesso ma espresso, come è mio costume, con semplicità. A voi tutti auguro un buon 2020, ci leggiamo presto.

Armando

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.