Come rovinarsi in quattro mosse: mossa uno – Dipendenze

È inevitabile, le dipendenze sono la prima causa di autodistruzione per un essere umano. Qui non parliamo solo di dipendenze classiche, droga e ludopatia fra tutte. Sono sicuramente tra le cause più frequenti, nominate spesso su giornali e in televisione. Ci sono altre dipendenze che definirei Virus silenziosi. Questi si insinuano piano, senza destare troppi sospetti, distraendo chi ne è preda dalle questioni di una vita quotidiana che sembra non essere vissuta più direttamente. Lo smartphone, insieme a tutti gli atri dispositivi elettronici, è l’emblema, a mio modo di vedere, di tutto questo. Passiamo tutto il tempo libero a fissare il suo schermo, assuefatti dai tanti contenuti a nostra disposizione tanto da dimenticare tutto il resto. “Grazie” a lui vengono meno gli hobbies, i contatti costruttivi e la curiosità di cercarne di nuovi. La nostra mente vive all’interno di quel dispositivo, senza di lui le nostre vite sono inutili. È questa una delle affermazioni che dovrebbe farci riflettere davvero. Come può un aggeggio del genere essere diventato il nostro Centro di gravità permanente? Non ci rendiamo conto di quanti danni stiamo facendo alle nostre vite vivendo in relazione allo smartphone, alle sue applicazioni e a i suoi contenuti sempre nuovi e coinvolgenti. È una riflessione che mi sono ritrovato a fare in prima persona. C’è stato un periodo, breve per fortuna, in cui tutto quello che vi ho appena illustrato è stato un vissuto per me. Quando mi sono reso conto di aver buttato, fino a quel momento, tanto tempo prezioso in sua “compagnia”, non ho potuto fare altro che ragionarci su. Quante cose avrei potuto fare, quanti amici avrei potuto vedere per davvero, piuttosto che fissare le loro parole digitali. Ho iniziato a trattarlo per quello che è: un oggetto. Certo, è utile averlo in tasca, le sue funzioni non sono da buttare via ma dobbiamo imparare a utilizzarlo. Come per l’alimentazione, nessuno in società ci ha insegnato il buon utilizzo di questo dispositivo. In mancanza di ciò dobbiamo rimediare, darci una educazione adeguata per poterlo sfruttare per quello che è stato progettato. Si vive meglio con un po’ di disciplina anche in questo caso specifico che, agli occhi dei più, risulterà ancora una problematica inesistente. Vi invito a ragionare sulla questione come ho fatto io, magari i più scettici si ricrederanno.

Armando

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