Col Buchanan – Farlander

Il Cuore del Mondo è in guerra. Da cinquant’anni il Sacro Impero di Mann, un impero dominato da una setta religiosa nichilistica, sta conquistando una nazione dopo l’altra. A guidarlo è la Sacra Matriarca Sasheen, che esercita con crudeltà il potere attraverso i suoi Diplomatici, sacerdoti addestrati come astuti predoni. I Porti Franchi di Mercia sono l’unica confederazione che continua a resistere. La sola lingua di terra che li unisce al continente meridionale è un lungo e stretto istmo, difeso dalla città di Bar-Khos. Da dieci anni le grandi mura di Bar-Khos sono assediate dalla Quarta Armata imperiale. È ormai soltanto questione di tempo. Ma un ordine elitario di assassini, i Ròshun, sono rimasti intoccabili e nascosti. Un loro membro, Ash, è costretto dalle sue precarie condizioni di salute a cercarsi un discepolo e la sua scelta cade su Nico, un ragazzo che vive proprio a Bar-Khos. Nico è affamato, disperato e solo in una città stremata dall’assedio e sul punto di cadere. Quando il figlio della Sacra Matriarca uccide intenzionalmente una donna sotto la protezione dei Ròshun, la setta ha il dovere di fargli pagare il suo atto con la vita. Così Ash e Nico partono per eseguire gli ordini dei Ròshun. Il loro viaggio li condurrà nel cuore del conflitto tra l’Impero e i Porti Franchi in mezzo a sangue e morte

È una recensione molto difficile da scrivere questa. Quello che mi sono trovato davanti questa volta non è un romanzo qualsiasi. Non lo è per molti fattori, positivi e negativi, cosa che rendono difficile una sua valutazione. Partiamo: Farlander di Col Buchanan è un romanzo ben scritto, piacevole da leggere. Bella la storia e gli intrecci tra alcuni personaggi, quelli principali, cosa che rende il romanzo stesso facile da seguire. Da notare, nota stonata questa, una battuta d’arresto che capita di tanto in tanto tra i capitoli. Alcuni di essi, infatti, risultano così lenti e noiosi da spezzare il flusso del racconto stesso. L’autore è capace, non c’è molto da dire su questo, lo dimostra il suo stile di scrittura. A volte, però, serve una chiave migliore per poter accompagnare al meglio il lettore verso la fine di un lavoro buono come questo. Capita, certo, di trovare quel punto più lento in ogni libro, o quasi, a maggior ragione in un lavoro da oltre 400 pagine come questo. A dar fastidio, almeno nel mio caso è stato così, è ritrovare tutto ciò in quei momenti in cui l’attenzione verso quanto accade è molto alta, subito dopo quei capitoli accattivanti e piacevoli per intenderci. Così si rischia di spegnere l’entusiasmo. Le descrizioni accurate sono presenti in ogni parte del romanzo. Definire un contesto risulta semplice e immediato, cosa che mostra la volontà dell’autore nel voler portare il lettore stesso all’interno di quel dato scenario. In definitiva, Col Buchanan con il suo Farlander dimostra la sua maestria narrativa, troppo spesso, forse, influenzata da scrittori fantasy/action causa, a mio parere, di quelle battute di arresto capaci di rallentare una buona lettura.

Punteggio:

Armando

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