Racconto della serie “11 Piccole ombre”

C’è un mondo intorno a noi, impalpabile, il più delle volte invisibile, che ci avvolge e ci avviluppa in una sorta di eterea nebbia. Ne abbiamo coscienza solo in rare occasioni o in posti particolari, ma sappiamo che esiste, anche se non riusciamo a spiegarcelo. Undici racconti aprono un piccolo spiraglio sul lato oscuro della nostra esistenza, una piccola finestra su fenomeni inspiegabili che non dovrebbero esistere, ma ci sono.

Molto spesso quando si parla di racconti brevi le impressioni prendono una piega non proprio positiva. Tra episodi lasciati a metà, personaggi sfuggenti e un’ambientazione poco definita, il lettore non è in grado di entrare all’interno di quel mondo dalla porta principale. Per Il traghettatore di anime il discorso appena fatto non calza nemmeno lontanamente. Magnifico! Uno scritto breve capace di emozionare, far riflettere e dare spunto al lettore su possibili scenari futuri, lontani dalle pagine lette. La maestria di Claudio Paganini è indiscutibile: quando un autore è capace di far provare emozioni forti al lettore, costringendo quest’ultimo a tornare su quelle pagine per poter rivivere, anche se con malinconia, quanto accade, non c’è alto da dire: ha vinto. Paganini è capace di far sembrare facile un qualcosa che assolutamente non lo è. Infatti, nella stesura di una storia, davvero breve come questa, la scelta delle parole va curata sin nel mimino dettaglio. Non c’è possibilità di errore; non si può rimediare con il capitolo o paragrafo successivo. Tutto deve essere fruibile subito, immediatamente. Deve creare quel trasporto emotivo che qui non solo è presente, ma forte a tal punto da lasciare chi legge interdetto. Pochi particolari, tutti azzeccati. Personaggi descritti in una parola, ridotta all’essenziale, capace di far prendere forma agli stessi. Insomma, non c’è molto altro da dire su Il traghettatore di anime. Una piacevole scoperta carica di contenuti emotivi. Non vi resta che leggere, poi magari mi direte.

Punteggio:

Armando