Chernobyl: la città fantasma ancorata al nucleare

Era l’1:23 del mattino del 26 aprile 1986 quando l’uomo moderno fece i conti per la prima volta con la vera forza dell’energia nucleare. L’essere umano, da sempre convinto di essere padrone di tutto, capace di maneggiare qualunque cosa, quella mattina si svegliò con una consapevolezza di sé molto diversa da quella del giorno prima. In poco più di 24 ore da quell’esplosione, si ritrovò debole e indifeso davanti una minaccia che, se non fermata immediatamente e con i mezzi giusti, avrebbe potuto causare grossi danni a tutta l’umanità. Chi scrive non sta enfatizzando un problema già di per sé grosso: infatti, gli effetti di Chernobyl, si sono sentiti anche dalle nostre parti, costringendo a continui controlli sui terreni che vennero colpiti dalle radiazioni, a migliaia di chilometri di distanza. Se un effetto globale, in termini di conseguenze, fortunatamente è stato scongiurato, lo dobbiamo a pochi veri eroi che si sono battuti, alcuni di loro perdendo la vita, per arginare gli effetti di quella “bomba nucleare” che, continuando a bruciare, avrebbe messo in serio pericolo tutto il globo. Risolto il problema e fermata la catastrofe, cosa ne è rimasto di Chernobyl? Quella che un tempo era una ridente cittadina, con scuole, negozi e una comunità che girava intorno alla sua centrale nucleare, fiore all’occhiello di quella Unione Sovietica oggi scomparsa, si era, in un battito di ciglia, trasformata in una spettrale città fantasma. Girano in rete (un video attinente lo lascio a vostra disposizione alla fine di questo articolo) tante storie che riguardano la nascita di nuove creature, mostri creati da quelle tremende radiazioni che non hanno, a quanto sembra, seminato solo morte. Ma, nonostante ciò, non tutti hanno voluto abbandonare la città. Quella che noi, da qui in Italia, chiamiamo la città fantasma, la città delle radiazioni, delle malattie, della morte e della (chissà) mutazione, qualcun altro la chiama in modo diverso: Casa. Si, è proprio così. Una piccola comunità, soprattutto anziani, ha preferito rimanere nelle proprie abitazioni sfidando una forza di cui su molti effetti si può solo ipotizzare. Ancora oggi, a distanza di 33 anni, un pugno di persone abita in quel luogo ormai desolato, immersi in quel silenzio spettrale. Persone aiutate dai paesi vicini che, a intervalli regolari, portano cibo e beni di prima necessità ai coraggiosi abitanti di una terra morta. Chernobyl, oggi e in futuro, verrà ricordata per la prova di forza di un’energia che non abbiamo saputo rispettare…e per la stupidità dell’essere umano. Ma questa è una storia che vi racconterò all’interno dei prossimi articoli.

Armando

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