Anoressia e Bulimia: due mali della nostra moderna società

Quando si parla di disordini alimentari si punta sempre il dito verso una società che standardizza quel modello fisico esasperandolo. Negli ultimi tempi, però, una sterzata netta è arrivata da quel campo della moda capace di influenzare grandi e piccoli. Chi scrive non considera questo come il problema imperativo. Se problemi come l’Anoressia:

Rifiuto del cibo, che può giungere fino al disgusto. Può insorgere nelle più svariate malattie, in modo transitorio o duraturo, a seconda dei casi. (fonte: Treccani)

O la Bulimia:

Patologica voracità associata in vario modo a diverse malattie (diabete, anchilostomiasi, lesioni diencefaliche ecc.…) (Fonte: Treccani)

Non sempre possono essere associate solo e soltanto a quella disciplina alimentare che manca nel soggetto colpito. Di certo sono i casi che vedono la cattiva alimentazione alla base di queste due problematiche importanti, che colpiscono soprattutto in fase adolescenziale. Quando si parla si Anoressia e di Bulimia la distinzione uomo/donna non esiste. Nessuno è immune da tali problematiche nate, a quanto sembra, principalmente tra i banchi di scuola. Il continuo confronto, a errore, con chi fisicamente sembra meglio di noi è, o è quello che si riscontra in casi simili, il punto zero, la punta di quell’iceberg chiamato poi problema di salute. È da anni ormai che mi batto, su questa piattaforma e altrove, per far sì che l’educazione alimentare diventi una vera e propria materia di studio in ambito scolastico. Sono certo che con una conoscenza adeguata di questo mezzo sconosciuto, quella alimentazione di cui troppo poco sappiamo, possa essere la prima medicina in nostro possesso. Certo, tali patologie non sono da imputare espressamente a questo fattore. Sotto un punto di vista psicologico, che non si approfondisce in questa sede, Anoressia e Bulimia vanno a materializzarsi all’interno del soggetto in crescita. I problemi scolastici; le problematiche familiari; una maggiore sensibilità verso argomenti e situazione vissute dal/dalla protagonista, cosa che potrebbe scaturire nella nascita delle patologie in esame; insomma, qualunque cosa atta ad alterare la tranquillità può essere la causa scatenante di quel percorso di autodistruzione. C’è da aprire gli occhi sia tra i banchi di scuola sia all’interno di quel nucleo familiare troppo spesso assente. Ecco che genitori, amici, professori e tutte le persone care possono giocare un ruolo fondamentale all’interno della vita di quella persona, oggi fragile, che ha solo bisogno di ascolto e di mezzi concreti, affetto e istruzione in primis, atti a fargli/farle riprendere una vita serena.

Armando

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