Anonimo – Il mistero di Notting Hill

Come Sherlock Holmes, ma dieci anni prima che il 221B di Baker Street fosse abitato dall’eccentrico e versatile investigatore; come Hercule Poirot, ma con qualche decennio di anticipo su Agatha Christie; come un tenente Colombo ante-litteram. Questo e altro è Ralph Henderson, il protagonista del primo romanzo poliziesco nella storia della letteratura. Comparso a puntate tra il 1862 e il 1863 sulla rivista “Once a Week”, questo capostipite del noir presentava già i tratti di un genere che avrebbe trovato forma compiuta, e assai diffusa, nei decenni a venire: l’attenzione all’impianto, l’efficienza del sistema dei personaggi, un sorprendente esercizio di stile. E poi, lettere, documenti, pagine di diari, accurate descrizioni, una morte apparentemente accidentale, una cospicua eredità, altre morti a catena, un filo invisibile che pare accomunarle, l’ombra lunga e sinistra del barone R* e, naturalmente, un grande, nerissimo mistero.

I testi pubblicati nel XIX secolo conservano sempre un fascino diverso da tutti gli altri. Nel caso specifico, non conoscere il nome dell’autore di questo bel romanzo giallo è un incentivo in più per un lettore che, come me, ha letto abbastanza sul tema per poter azzardare delle ipotesi sulla sua identità. Il mistero di Notting Hill è uno scritto che, per quanto breve, costringe chi legge a finirlo il prima possibile, provando a trovare il bandolo della matassa che, in questo caso, è doppio. La scrittura semplice, pulita e pudica, caratteristica quest’ultima che purtroppo sta andando scemando con il tempo, consente al lettore di seguire la vicenda con facilità. I personaggi presenti, non molti ma ben presentati, vanno a intrecciare le loro vite in maniera magnifica, sorprendente. Visto il periodo e la location scelta dall’autore (ci troviamo in Inghilterra) non si può non provare a indovinare di chi sia la penna capace di tiare fuori un racconto del genere. Un autore emergente insicuro del suo lavoro? Un autore famoso (l’irlandese Bram Stoker o l’inglese Arthur Conan Doyle magari) alla ricerca di una forma nuova o, addirittura, con la tentazione di cambiare genere? Probabilmente non lo sapremo mai. Certo, di chiunque sia la mano dietro questo racconto, il lettore non può fare altro che ringraziare per l’avvincente lettura.

Punteggio:

Armando

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.