Angela Carter – La bottega dei giocattoli

Una notte la giovane Melanie attraversa il giardino di casa indossando l’abito nuziale sottratto dall’armadio della madre. Il giorno dopo il suo mondo non è più lo stesso: costretta ad abbandonare la confortevole dimora della propria infanzia, Melanie si reca a Londra con i fratelli, a vivere presso parenti che non ha mai conosciuto. Da questo momento abiterà in un negozio di giocattoli, colmo di meraviglie e oggetti bizzarri, un teatro magico in cui si muovono strani personaggi: la zia Margaret, bella e silente; Francie, un violinista dotato e timido; Finn, imprevedibile e risoluto, che osa baciare Melanie ai giardini pubblici. Poi, come orco nella sua tana, il minaccioso zio Philip, che ama solo i manichini di legno che crea nel suo laboratorio

Ennesimo manifesto di un mondo che non c’è più. Un racconto di vita che vede come protagonista assoluta una bambina e le sue avventure vissute tra “mondi” diversi. Per mondi non intendo quelli fantasy, parlo di quei ceti sociali, all’epoca dei fatti, così diversi tra loro. Oggi probabilmente, a parte i casi eclatanti che riguardano super ricchi irraggiungibili, questi non sono marcati così come vengono presentati all’interno de La bottega dei giocattoli. Infatti, questo meraviglioso luogo fatto di magia altro non è che un condimento nella vita della protagonista. Angela Carter ha consegnato al mondo un romanzo fatto di piccoli aneddoti, fatti di vita vissuta di un tempo ormai passato, divenuto un vero e proprio manifesto da tramandare di generazione in generazione. C’è, al suo interno, il dramma; la biografia di una bambina narrata egregiamente in terza persona; i coprotagonisti della vicenda hanno uno scopo ben preciso, nessuno si trova li per caso, che sia un essere vivente oppure no. Se devo proprio indicare una nota stonata, poi neanche troppo dopo tutto, e la lentezza in cui tutto si compie. Tale caratteristica del romanzo non è dettata da una incapacità dell’autrice, tutt’altro: siamo noi, esseri umani di questi tempi moderni, ad andare troppo veloce. Una drammatica quotidianità ci si presenta davanti. Sembra riuscire a toccare con mano le emozioni dei personaggi coinvolti. Nessun super eroe, nessun uomo straordinario. A regnare ne La bottega dei giocattoli è l’ordinario di una vita semplice condito, come forse per tutti noi, da gioie e tante tribolazioni.

Punteggio:

Armando

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