Andre Norton – Il mondo delle streghe

Un uomo in fuga: se vuole salvare la vita deve correre a perdifiato, perché i suoi inseguitori sono decisi a tutto, anche a uccidere. Un uomo disperato e una “porta” che si spalanca all’improvviso fra le dimensioni, consentendogli l’ingresso in un mondo sconosciuto, estraneo alla nostra esperienza. È il Mondo delle Streghe, un remoto angolo dell’universo (se poi si tratta del nostro universo) dove vivono antiche tribù e popoli misteriosi dotati di poteri magici; un mondo nel quale le donne, grazie a una facoltà che passa di madre in figlia, possono sfruttare la forza della stregoneria a loro vantaggio. E Simon Tregarth, il terrestre, imparerà che cosa vuol dire essere un naufrago in un regno dove tutto può accadere, dove il soprannaturale detta legge e dove sta per scatenarsi un conflitto tremendo tra la Luce e l’Ombra, e di cui solo la magia può decidere le sorti.

Lo si potrebbe definire un fantasy – fantastico questo romanzo di Andre Norton. Uno scritto che prometteva, nelle primissime pagine, una storia coinvolgente, fatta di magia e mistero. Promesse non mantenute, per quanto mi riguarda. Lento; freddo; a tratti assurdo, per quanto riguarda la composizione di scene, scenari, personaggi e modo di condurre la narrazione. Difficile per il lettore seguire quello che accade. Personaggi che entrano in scena dal nulla; cambi di prospettiva del tutto immotivati; un protagonista, che sembra avere un’ottima costruzione e un futuro ancora migliore, in quelle prime battute di questo romanzo, risulta in tutto e per tutto una mera comparsa, messo in ombra dalle lacune di un testo, purtroppo, inadeguato. Tra le prime righe de Il mondo delle streghe e quello che accade subito dopo sembrano esserci mani di scrittori diversi. Il primo capace, coinvolgente, che stuzzica il lettore con una descrizione precisa del contesto. Un secondo che sembra non avere le idee chiare su quanto voler proporre al lettore. Difficilmente mi esprimo in maniera così negativa. Ogni romanzo ha una chiave di lettura a sé, questo è certo, ma la mancanza di un filo conduttore mi ha completamente spiazzato. Impossibile seguire la storia; immedesimarsi in uno dei personaggi proposti, così sfuggenti da non riuscire a prendere forma; Contesto inadeguato, non proposto in maniera chiara, convincente. Facendo un’analisi più approfondita, credo di essere arrivato a capire dove l’autore volesse andare a parare ma…che fatica. Ho immaginato Norton preso da una fretta del tutto ingiustificata, che ha vanificato un lavoro che, se affrontato in chiave del tutto diversa, avrebbe portato a un risultato sicuramente migliore. Peccato. Le basi c’erano tutte per poter redigere una storia, un romanzo davvero interessante.

Punteggio:

Armando

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