Allenamento, quarantena e ritorno in palestra

È trascorso poco più di un mese da quando, finalmente, ci sono state consentite le attività sportive all’interno delle nostre amate palestre. È stata, per il settore, una partenza lenta, difficile, un vero e proprio salto nel buio per proprietari e atleti. Attività di questo tipo sono state, probabilmente, tra le più colpite da quel corona virus che abbiamo imparato, nostro malgrado, a conoscere. La paura del contagio ancora presente, unito all’arrivo dell’estate, causa del calo fisiologico degli iscritti che, ogni anno, in questo periodo diminuiscono per l’imminente caldo in arrivo, ha lasciato queste strutture all’interno di un limbo che si spera possa diventare in breve solo un brutto ricordo. Stiamo imparando, pian piano, a convivere con una nuova realtà, di certo diversa da quella precedente, ma che non deve precludere quello stile di vita sano, di cui sempre parlo all’interno di questa rubrica. Abbiamo nuove regole, tra tutte quella distanza sociale che, per il momento, ha vietato quei contatti interpersonali che, da sempre, hanno condito le nostre vite. Ci si è trovato, alla ripresa, a discutere con 2 campane ben distinte, differenti sul pensiero di una ripartenza per quanto riguarda l’attività in esame. La prima ha visto un buon numero di persone riprendere gli allenamenti lasciati, improvvisamente, agli inizi di marzo, cercando una nuova tranquillità in questa vita di certo diversa. La seconda ha visto un numero importante di persone prendere la decisione opposta, evitando la struttura palestra, battezzata come pericolosa per colpa di un virus ancora in circolazione, che desta non poche preoccupazioni. Vivere la sala attrezzi, oggi, costringe l’atleta praticante a un nuovo adattamento. La distanza di sicurezza da mantenere, di 2 metri, non consente quei rapporti sociali e di aggregazione, punti di forza di una struttura capace di fare gruppo, nonostante le attività predisposte al suo interno siano, nella maggior parte dei casi, individuali. Inutile girarci intorno: le distanze sociali sono un qualcosa che non ci appartengono, non ci piacciono. Si sta facendo un grosso sacrificio per il bene di tutti, contrastando un problema con cui non avevamo mai fatto i conti. Romanzi, cinema e televisione, ci hanno raccontato e proposto spesso una problematica del genere. Oggi, purtroppo, stiamo vivendo noi stessi all’interno di quelle pagine, di quelle pellicole. Non possiamo fare altro che stringere i denti, remare nella stessa direzione, sperando che tutto quello vissuto sino a ora possa lasciarci in eredità un nuovo modo di pensare, capace di migliorare il nostro quotidiano che, per molti di noi, significa buoni e sani allenamenti all’interno della nostra meravigliosa seconda casa chiamata palestra.

Armando

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