Come speso accade nel proseguo degli allenamenti, è stato necessario modificare alcuni esercizi e rimodulare i carichi in modo da poter affrontare al meglio i vari jump set che nel corso delle settimane si sono alternati. Suddividere le gambe in due parti è stata la scelta migliore ma sono ricaduto in piccoli errori corretti in corso d’opera. Sin dalle prime sedute mi sono reso conto di lavorare troppo sulla parte posteriore, dove femorali e glutei andavano sotto pressione. Ciò è stato causato da una scelta di esecuzioni capaci di stimolare maggiormente i gruppi indicati andando, di conseguenza, a intaccare meno i quadricipiti. Avevo scelto questo tipo di esecuzioni per evitare troppa pressione sulle ginocchia, sperando di riuscire a stimolare bene la parte frontale della gamba. Una volta appurato il problema, dopo circa due settimane dall’inizio di questo percorso, ho optato per carichi meno importanti, andando di conseguenza a rimodulare l’esecuzione cercando di stimolare il gruppo muscolare di mio interesse. Con l’inserimento di questa piccola accortezza ho risolto il problema subito, l’unica pecca è stata l‘assenza della panca adatta per eseguire il Sissy Squat, esercizio migliore, a mio modo di vedere, per poter isolare al meglio i quadricipiti. In questo caso ho optato per la sua esecuzione a corpo libero, lavorando a tempo piuttosto che a ripetizioni. Per quanto riguarda il resto del corpo, l’allenamento così come impostato, con esercizi, serie, ripetizioni e tempi, lo ritengo adeguato. Insieme alle gambe, anche i polpacci sono stati stimolati due volte a settimane, andando a completare un quadro che, in base a quanto detto all’interno degli articoli precedenti, potrei definire un Finto multifrequenza. La settimana prossima vi illustrerò le mie impressioni finali in merito.
Armando