Alimentazione iperproteica: Chi può usufruirne?

L’articolo della settimana scorsa (eccolo!) ha creato non poco caos nei lettori del blog e non solo. Mettere alla porta una struttura alimentare come quella iperproteica, capo saldo del benessere e del dimagrimento per sportivi e non, non è un boccone facile da digerire. Dopotutto, è stato così anche per me. A questo punto la domanda più in voga risulta essere la seguente:

C’è qualcuno che può sfruttare ancora questa impostazione, traendo il meglio da essa?

A quanto sembra la risposta è sì e arriva da…Houston! Infatti è nel programma Vite al limite, in onda sul Real Time, che la dieta iperproteica sembra essere ancora d’aiuto. Per chi non ha mai visto il programma in questione, questo si occupa principalmente di casi, come dice il titolo stesso, al limite, che vede come protagonisti persone in grosso stato di obesità. Per grosso intendo davvero all’ultimo stadio, a un passo dal punto di non ritorno che fa la differenza tra la vite e la morte. In questo caso, il dottor Younan Nowzaradan opta per un regime dietetico basato su uno sbilanciamento dei nutrienti favorendo, appunto, le proteine che diventano, di fatto, il tassello principale del cambiamento. Detta in altre parole, il dottor Nowzaradan predilige la dieta iperproteica per venire incontro alle esigenze di chi deve perdere peso il più velocemente possibile, perché si ritrova la vita appesa a un filo. C’è da tenere conto di molti fattori prima di trarre le considerazioni che portano, inevitabilmente, a vedere questa impostazione come la chiave per la risoluzione dei problemi di chiunque. Le persone soggette a questo regime alimentare non sono soggetti in sovrappeso, ovvero coloro che hanno qualche chilo di troppo per intenderci. Sono individui affetti da una grave obesità. Non è affatto raro vedere molti dei protagonisti del programma arrivare a pesare trecento (300), trecentocinquanta (350) chilogrammi, e anche più! A loro il medico specialista di Houston assegna un regime non solo ipocalorico, più o meno intorno alle milleduecento (1200) chilo calorie, ma, come già, accennato, favorendo l’assunzione di proteine. Mi sono chiesto spesso il perché di questa scelta se, alla luce dei nuovi studi, questa impostazione sembra essere sempre più lasciata ai margini dal mondo della nutrizione (quella vera). Probabilmente la risposta è dettata dal tempo a disposizione dei soggetti in questione prima che sia arrivi a quel punto di non ritorno che coincide spesso, purtroppo, con la parola morte. A uomini e donne alle prese con problematiche di questo tipo, afflitti da una obesità capace di mettere a serio rischio la vita, una perdita di peso veloce e massiccia è la chiave per la loro salvezza. Con una impostazione alimentare composta da carboidrati semplici, proteine (nutrienti questi che hanno un impatto calorico minore per grammo) e povera di grassi si riesce ad arrivare a questo risultato. Qui non si parla di risultati estetici, niente che abbia a che fare con la crescita muscolare. Qui parliamo di vita e di morte. In questo caso, come dice lo stesso dottor Nowzaradan, la finestra temporale che divide la vita dalla morte è molto ristretta. Serve un taglio drastico e, a quanto sembra, la dieta iperproteica è la chiave per la risoluzione di questo tipo di problematiche.

Armando

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