Alieni: gli umani sono tra noi! – Prime cause di razzismo nell’essere umano?

Nelle scorse settimane abbiamo viaggiato tra Sudamerica e continente africano. Abbiamo incontrato civiltà ormai scomparse, capaci di lasciare le loro tracce nella storia. Tali testimonianze, come abbiamo visto, sono ancora oggi condite da quell’aura di mistero capaci di rendere questi antichi popoli delle vere e proprie leggende per l’umanità.  Le mura ciclopiche di Sacsayhuamàn; le misteriose Linee di Nazca; le maestose Piramidi egizie. Tre esempi d’ingegno, potenza, architettura e… Influsso da parte di un misterioso viaggiatore delle stelle.

Esiste un modo per poter esaminare la questione sotto un punto di vista diverso?

Probabilmente più di uno. Per prima cosa, è doveroso riabilitare il nome di quelle società capaci di erigere simili monumenti, in grado di far sviluppare la loro civiltà in quel dato territorio, in un periodo storico non certo facile per la vita dell’essere umano; continuare le ricerche archeologiche, pesantemente penalizzate non solo dalla crisi economica mondiale ma anche dalla scarsa attenzione riservata alla ricerca. Tutto ciò, purtroppo, accade in tutti quei campi e ambienti scientifici considerati, a torto, secondari. Da questo quadro d’incertezze e cattiva gestione storico – culturale nascono supposizioni, idee e nuovi protagonisti pronti a prendersi la scena a discapito di antichi uomini scalzati, nel vero senso della parola, da quel mito alieno, al momento, solo tale. Basta così, vero? No. Sbagliato! C’è un ulteriore aspetto che sembra abbattersi come un machete sul collo di questi antichi popoli, un qualcosa di orribile, capace di mettere radici forti e profonde in quel mondo umano che così bene conosciamo. Il razzismo è un cancro della nostra società, difficile da debellare. È causa di genocidi e sofferenze immani, distribuiti in ogni angolo del pianeta e in ogni punto della nostra storia. Lo stesso razzismo potrebbe essere al centro del mistero che ancora oggi è vivo e vegeto quando parliamo di civiltà ormai scomparse. Lo si voglia per il colore della pelle; per il culto religioso abbracciato o per invidia verso quel dato popolo, l’uomo sembra capace di fare qualsiasi cosa in suo potere pur di cancellare l’avversario bipede di turno, essere non gradito ai suoi occhi. Come detto, tante sono state le sofferenze fisiche inflitte verso coloro i quali erano soggetti a questa forma di violenza chiamata razzismo. La stessa potrebbe essere stata utilizzata in diverso modo. Come un virus, anche il razzismo è soggetto a mutazioni. Un popolo, una società geniale e avanzata, non gradito lo si può combattere in diversi modi. Quando viene meno la possibilità di nuocere fisicamente, l’uomo è un maestro nel ricercare nuove possibilità di attacco. Nel caso in esame, perché non denigrare, minimizzare, distruggere e far scomparire una civiltà scomoda, non gradita, semplicemente attribuendo a soggetti terzi quei meriti storico culturali guadagnati con tanto sudore? Abbiamo dei riscontri pratici per poter affermare ciò? Certamente, e sono tutti sotto i nostri occhi. Per poter analizzare al meglio la situazione dobbiamo fare un passo indietro, un salto nel passato in modo da capire come la figura dell’alieno e il razzismo si fondono in una delle vicende meno note e dibattute in sede istituzionale e non. Di tutto questo parleremo la settimana prossima.

Armando

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