Alieni: gli umani sono tra noi! – L’impatto delle arti visive sulla reputazione dell’alieno

Siamo arrivati al punto d’impatto, quello capace di presentare l’alieno al grande pubblico. Naturalmente, per quanto riguarda incontri reali con questi misteriosi viaggiatori, a oggi, non risulta pervenuto nulla di simile. Al contrario, cinema e televisione hanno portato in scena l’extraterrestre, conferendogli gli aspetti più disparati. Tra insetti giganti, esseri grigi, umanoidi e forme di vita forse più vicine alla letteratura dell’orrore, a farsi spazio in questo nuovo universo fatto di pellicola si staglia all’orizzonte una nuova forma: quella del virus. In molti casi, che vedono come protagonista la creatura in questione, la tenerezza provata nei confronti di ET viene scalzata da quella paura, da quel timore proprio, a quanto pare, proveniente da quell’estraneo indesiderato e, cosa fondamentale, invisibile alla vista. Questo ultimo punto non è casuale: dopo aver proposto praticamente di tutto sul conto del viaggiatore intergalattico, la linfa vitale, così come l’attenzione a esso riservata, si stava spegnendo inesorabilmente. Come per qualsiasi altro prodotto, una volta sfruttato fino all’osso, anche la figura dell’alieno sembrava prossimo all’estinzione, almeno per quanto riguarda piccolo, grande schermo e letteratura. Lo stesso spettatore sembra adesso snobbare, in questo nuovo millennio, l’extraterrestre, assuefatto da una mastodontica produzione che vede i colossi del settore sfornare nuovi contenuti, con nuovi divi, quotidianamente, con una efficienza persino superiore a quella di un provetto panettiere. Anche il viaggiatore delle stelle, così come il vampiro prima di lui, è stato costretto a cambiare pelle, a mutare quelle sue caratteristiche originali, diventando qualcos’altro. È la serie televisiva The Strain, probabilmente più di qualunque altra, a tracciare la nuova orbita capace di traghettare l’alieno nel futuro. Il virus capace di trasformare gli esseri umani in qualcosa di diverso, sembra voler stringere una sorta di alleanza con una creatura che proprio l’alieno ha provato a uccidere poco più di cinquant’anni prima. Vampiro ed extraterrestre sembrano aver unito le forze. Un loro fallimento potrebbe sancire l’estinzione di due creature divenute leggendarie ma che, a conti fatti, non hanno lasciato una tracciale reale, concreta, del loro passaggio. Sono certamente parte dell’immaginario collettivo, hanno rafforzato la loro leggenda grazie, al momento, alla fantasia del genere umano che gli ha attribuito volti e caratteristiche diverse da epoca a epoca. La stessa attenzione verso di loro, ormai scemata rispetto al passato, sembra sancire un cambio di rotta radicale. Alla luce del fallimento riguardante la ricerca di extraterrestri intellettualmente evoluti, l’attenzione dei media, così come quella della scienza ufficiale, sembra essere indirizzata verso forme di vita più elementari. È cronaca di questi ultimi tempi lo sbarco dei Rover americani sulla superficie di Marte. Non sono pervenuti omini verdi all’interno di quell’ecosistema, ma la presenza di acqua allo stato solido e di batteri rendono la ricerca fruttuosa. All’orizzonte sembra stagliarsi una domanda già posta anche in questa sede:

Siamo semplicemente in ritardo in questa ricerca?

Alcune supposizioni sembrano indicare di sì. Siamo semplicemente, a quanto pare, esseri troppo giovani, arrivati tardi, quando la vita, chissà, di altri esseri pensanti, sparsi nell’universo, era già arrivata al capolinea. Anche il cinema e la televisione sembrano aver esaurito idee e pazienza nell’attesa di questa venuta epocale. Si ritorna quindi alle origini, ripartendo da forme di vita elementari con la speranza, un giorno o l’altro, d’imbatterci nel viaggiatore delle stelle, magari nel momento in cui non lo cercheremo più.

Armando

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