Alieni: gli umani sono tra noi! – Differenze tra Europa e paesi extra europei

Forse non ci siamo mai accorti di ciò o, se lo abbiamo fatto, non abbiamo dato troppo peso a situazione che di attenzioni ne avrebbero meritato molto di più. Fatto sta che, a quanto sembra, gli alieni hanno battezzato come terreno fertile per lo sviluppo di quell’animale bipede pensante, meglio noto come Essere umano, solo alcuni luoghi del pianeta. Nelle scorse settimane, abbiamo visto come in Africa e Sudamerica siano presenti più di una leggenda che vede protagonista l’ormai famoso viaggiatore delle stelle.

E in Europa?

In Europa, nonostante i grandi progressi tecnologici, evoluzionistici, capaci di forgiare la società che ci circonda, nessuna creatura aliena, secondo le cronache ufficiali e gli stessi cospirazionisti, sembra aver preso parte a tutto ciò. Dal grande Impero romano, di cui il Colosseo ne è il simbolo per eccellenza, al florido regno britannico, sbarcato in tempi moderni, dopo l’approdo di Cristoforo Colombo, in quel nuovo mondo chiamato America. Spostando la nostra attenzione ancora più indietro nel tempo, troviamo l’Era ellenistica, con la cultura greca a fare da apripista per quanto riguarda arte, scienza, cultura, creatori di quella idea di democrazia tanto affascinante ma, allo stesso tempo, così difficile da condurre in porto. In tutto questo periodo di rivoluzioni, grandi traguardi e scoperte frutto dell’ingegno, seppur in questa sede espresso in poche righe, nessun intervento alieno sembra essere stato cruciale, un sostegno forte e decisivo nei confronti di quell’uomo primitivo tanto quanto il suo cugino africano o sudamericano. Se letta in questa ottica, tutto ciò sembra voler rimarcare una netta differenza tra l’uomo europeo e quello proveniente da altri continenti. Il primo sembra non aver bisogno di interventi, di aiutini esterni, il secondo, al contrario, sembra necessitare di tutto ciò, come fosse un bambino ancora in fasce, incapace di pensare, progettare ed erigere non solo monumenti fantastici ma l’intera organizzazione di una società in grado di considerarsi tale. Da questo quadro appena tracciato, sembrano venire fuori due pesi e due misure, dove l’ago della bilancia sembra essere in netto favore dell’uomo europeo, capace di fare e pensare tutto. All’altro, invece, a questo punto considerato un essere umano di serie B, non resta che sperare nell’atterraggio di una navicella aliena, dove una civiltà superiore sembra sia l’unica soluzione in grado di far evolvere quell’uomo non ancora pronto a prendersi cura di sé. Sulla traccia lasciata da queste considerazioni, una sola domanda sembra prendere forma, farsi avanti timidamente nella speranza venga risolta:

Perché si è arrivato a pensare tutto ciò?

Armando

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