Aggiornamento allenamenti in Jump set – Un ottimo alleato

Dopo aver testato l’allenamento di cui vi ho parlato alla fine dell’anno appena trascorso, da oggi, e per le prossime settimane, vi illustrerò pro e contro di questa impostazione. Ricapitolando: nei mesi scorsi ho preferito utilizzare un approccio, almeno per quanto mi riguarda, del tutto nuovo. All’interno delle tre sessioni di allenamento settimanale, ho preferito condurre le mie sedute lavorando sempre in jump set. Perché farlo? Semplice: per poter allenare al meglio tutto il corpo nonostante i tempi ridotti per poter svolgere il mio allenamento. Così facendo sono riuscito a ottimizzare il tutto, permettendo ai muscoli delle gambe di svolgere ben due allenamenti belli tosti. Ho descritto questa impostazione con un termine specifico: multifrequenza falsata. La suddivisione è chiara:

Giorno1: femorali e pettorali;

Giorno2: quadricipiti e dorsali;

Giorno3: bicipiti, tricipiti e deltoidi.

Il tutto condito da esercizi per l’addome e i polpacci, per due sedute su tre. L’alternanza up & down, inizialmente, non mi convinceva. Le prime tre settimane sono state particolarmente impegnative, aggravate, se così si può dire, da un principio di epicondilite sul braccio destro. Non mi sono arreso, ho continuato a spingere. Dalla quarta settimana in poi il corpo ha iniziato a reagire bene a questo nuovo stimolo capace di destabilizzarlo. I carichi sono aumentati, il fastidio dovuto all’infiammazione, nonostante curato male, è diminuito fino a sparire. Per quanto riguarda la resistenza, messa sotto torchio da una situazione del tutto nuova, ha guadagnato strada settimana dopo settimana. L’obiettivo di questo split riguardava sostanzialmente le gambe, da sempre indietro rispetto al resto del corpo. I volumi, seppur in maniera non esponenziale, sono aumentati. Tra carichi adeguati, atti a non mettere sotto stress le articolazioni visto la mole di lavoro (otto esercizi su due sedute, per un totale di quattordici seria ciascuna), esercizi scelti al meglio ed esecuzioni curate, i gruppi in esame hanno risposto al meglio. Per i restanti, ho scelto quattro esercizi per quelli grandi, pettorali e dorsali, e due per i piccoli, bicipiti, tricipiti, deltoidi, facendo attenzione a non sovraccaricare quelle stesse articolazioni già messe sotto torchio. Insomma è stata una vera e propria faticaccia ma ne è valsa la pena. Come per ogni cosa che si rispetti, però, tutto ha il suo pro e il suo contro. Di questo vi parlerò la settimana prossima.  

Armando

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