Tom Clancy, Splinter Cell – Barracuda

San Fisher, il primo e migliore Splinter Cell, è in Russia alla ricerca di prove sull’attività del gruppo internazionale di trafficanti d’armi noto come The Shop. Ma quando dalle acque di Hong Kong affiora il corpo di un fisico nucleare coinvolto in un progetto top secret per il Governo degli Stati Uniti, Third Echelon incarica Sam di recarsi laggiù e stabilire i movimenti dello scienziato prima della morte. L’uomo era a capo di una divisione che sviluppava una torpedine stealth comandata a distanza, in grado di trasportare una testata nucleare. Aiutato da un ex agente della CIA, Sam scopre che il progetto era nel mirino di una triade mafiosa cinese, i Lucky Dragons, e che forse anche The Shop non è estraneo alla vicenda ed è meno lontano di quanto credeva

Mi sono imbattuto in questa lettura per puro caso. Avendo giocato molti capitoli della saga videoludica dedicata a Splinter Cell ho deciso di seguire il suo cammino letterario così come ho fatto in passato con la saga di Assassin Creed. Barracuda, secondo di 5 romanzi che ha come tema lo spionaggio internazionale, di certo non è esente dall’azione, così come il videogioco stesso ci abituato. I temi politici, meglio definirli forse fantapolitica, sono forti tanto quanto il messaggio che viene inviato al lettore stesso, invitato ancora di più da una narrazione in prima persona a immedesimarsi nelle vicende che vedono l’ormai famoso San Fisher come protagonista assoluto della vicenda. Romanzo che non manca di mostrare i suoi lati negativi, almeno per quanto mi riguarda. In molti punti sembra di leggere un manuale d’istruzioni atto a completare i livelli del videogame stesso. I cambi scena, non so in che altro modo definirli, sono troppo repentini e non danno il tempo al lettore d’identificare sé stesso in quel dato luogo. Accade quindi che a ogni cambio scena il lettore perda contatto con la realtà del libro, cosa che lo catapulta nuovamente sul divano di casa, avvenimento che non dovrebbe mai accadere in nessuno libro, a maggior ragione in uno scritto in prima persona. Insomma, manca una fluidità che taglia di netto le gambe alla lettura. Probabilmente un non appassionato del gioco, e quindi del personaggio, abbandonerebbe la lettura dopo poche pagine dal suo inizio. Forse un po’ troppo di nicchia, Sprinter Cell – Barracuda sembra essere un riadattamento su carta a disposizione per i fan videoludici ma non adatto di certo a chi non conosce nulla di questo mondo che, in ogni caso, rimane comunque meraviglioso, pieno di suspense e colpi di scena.

Punteggio:

Armando

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