Serie TV – Ghost Whisperer – Presenze

Melinda Gordon è una giovane imprenditrice che, in società con la sua amica Andrea Marino, gestisce un piccolo negozio di antiquariato, nella cittadina di Grandview, New York. Dietro al suo carattere gioioso e aperto si nasconde uno sconcertante segreto: fin da bambina è capace di vedere e comunicare con i fantasmi che rappresentano le anime dei morti che per un qualsiasi motivo non sono passate nell’aldilà, per aiutarle a “passare oltre”

Una serie televisiva americana questa un po’ datata. Ghost Whisperer, infatti, è andata in onda in Italia dal marzo 2006 al settembre 2010. Cinque stagioni intense e piene di colpi di scena. Al centro di tutto il mistero della morte. Cos’è la morte? Cosa sappiamo veramente di lei? È possibile rimanere bloccati nel nostro mondo una volta avvenuto il trapasso? Quest’ultimo è il punto cruciale della serie. Melinda, interpretata magistralmente dalla bella Jennifer Love Hewitt, ha l’incarico, grazie a un dono ereditato dalla nonna, di dare conforto e aiuto alle anime rimaste bloccate. È una serie intensa e carica di significati. Il mistero della vita si mescola con quella della morte quasi fosse la tavolozza di colori di un pittore. Probabilmente il voler proseguire con la produzione di ben 5 stagioni non è stata una grande idea da parte dei produttori. Certo l’audience è il filo conduttore di tutto. Gli spettatori sono rimasti legati alla serie nonostante questa, già dalla terza stagione a mio avviso, ha iniziato a diventare ripetitiva. Come se questo non bastasse, la situazione familiare di Melinda è diventata così assurda e quasi priva di senso logico da lasciare lo spettatore titubante sulle reali intenzioni della produzione. “Che fate adesso, mi volete prendere in giro?”. Probabilmente è questa la reazione che molti di noi hanno avuto dopo aver constatato gli ultimi sviluppi. In definitiva, Ghost Whisperer, è una serie che ho apprezzato molto grazie al suo messaggio e al tentativo di dare un senso non solo al mistero della morte ma, e soprattutto, a quello della vita. Un dono quest’ultimo prezioso non sempre apprezziamo causa futilità.

Punteggio:

Armando

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