Il (primo) declino del vampiro

La nascita del cinema, purtroppo, ha relegato i mostri nati nell’XIX secolo a quella dimensione classificata come B-movie che ha spezzato le gambe non solo a loro ma anche al romanzo gotico. Parlando del vampiro in senso stretto, questa creatura è stata così sfruttata da non riuscire a trovare più una sua dimensione, costretta a fare la parte della mera comparsa. È così fu per decenni. Le colpe citate da addebitare al cinema non sono le uniche: un nuovo protagonista arriva a prendersi la scena spodestando di fatto il vampiro. L’alieno, inteso come creatura extraterrestre, entra di prepotenza all’interno dell’immaginario collettivo. Questa creatura fa sua apparizione già dalla fine degli anni 30’ del XX secolo quando Orson Wells terrorizzò gli Stati uniti d’America con la sua interpretazione radiofonica del romanzo “La guerra dei mondi” di H.G. Wells. Da allora la paura cambiò radicalmente protagonista e genere. La creatura vampiro, ora ferita, si aggira sugli schermi cinematografici proponendo, e riproponendo, la figura di Dracula e sotto prodotti di esso fino allo sfinimento. Non che questo non abbia in ogni caso terrorizzato lo spettatore. Bela Lugosi, io dico più del grande Christopher Lee, è stato colui che è riuscito a fornire un’interpretazione di Dracula probabilmente meglio di chiunque altro. Non perché Lugosi fosse un asso della recitazione. La sua marcata cadenza tipica dell’est Europa (era ungherese) terrorizzò lo spettatore che adesso si ritrova davanti il vampiro dei Carpazi in carne e ossa. Una piccola parentesi questa, quasi un ultimo battito prima di lasciare, questa era l’opinione di molti, il palcoscenico definitivamente. Tutti, compresi gli addetti ai lavori, vendevano il vampiro come una figura passata, sfruttata e pronta da buttare via. Fortunatamente non proprio tutti erano d’accordo con questa tesi. Una ragazza trentacinquenne originaria di New Orleans, come vedremo la settimana prossima, decise di sfidare questa sorte ormai profetizzata da molti.

Armando

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