È il mercato editoriale a spegnere l’attenzione del lettore?

È difficile dare una risposta a questa domanda forse un po’ troppo controversa. È possibile imputare al mercato editoriale questa colpa? Se parliamo in termini di qualità, a mia avviso, probabilmente si. La qualità è una caratteristica che sembra stia andando scemando. Lo dimostrano i tanti libri di successo proposti da case editrici grandi e piccole. I temi sono sempre elaborati e rielaborati sulla scia di nozioni, personaggi, situazioni ed episodi di vita viste e riviste. Insomma per farla breve l’editoria italiana puzza di minestra riscaldata. Certo è che i lettori del nuovo millennio sembrano apprezzare queste produzioni altrimenti un cambio di rotta sarebbe stato necessario. Ma cosa porta i lettori a concentrare le loro attenzioni su testi di questo tipo? Credo che la risposta sia altrettanto scontata: i lettori preferiscono, o almeno e quello che sembra, dedicarsi a letture poco impegnative. Lo scarso impegno sembra essere alla base della scelta dei lettori. Questa situazione preclude a chi ha idee letterarie qualitative di poter proporre il proprio lavoro in maniera ordinaria, cioè passando da una casa editrice in modo da farsi valutare e successivamente pubblicare. Ecco che anche in questo caso, come ho già accennato in altri articoli, arriva provvidenziale la possibilità proporre il lavoro in questione in self pubblishing. È una una scelta per chi scrive in merito ad argomenti diversi dall’ordinario nazionale, amore e mafia su tutti, da prendere seriamente in considerazione. Il mercato, ci piaccia oppure no, sembra andare in questo senso. Se apriamo la nostra finestra dando un’occhiata alle produzioni che provengono dal resto del mondo ci accorgiamo di come i mercati editoriali esteri sembrano muoversi in maniera completamente diversa. Il fantastico, il terrore, e le produzioni riguardanti supereroi, sfruttato abilmente oltre oceano, sono veri e propri capisaldi dell’editoria. Questo non aiuta soltanto il mercato strettamente legato alla letteratura di genere ma permette alle nazioni che puntano su questi cavalli di sbancare il lunario anche nel settore turistico. Infatti, l’accostare libri, personaggi e situazioni a un luogo in particolare non farà altro che far decollare quella data città. Ne abbiamo alcuni esempi anche qui in Italia, questo è certo, ma a mio avviso la nostra penisola non è in grado di esportare questi “prodotti” oltre i confini nazionali. Insomma, L’Italia sembra accontentarsi di quello che ottiene, tutto sommato poco, senza preoccuparsi delle possibilità che potrebbero aprirsi con un po’ di lavoro in più. Ho preferito partire da questo discorso in modo d’introdurre l’argomento di dibattito che vedrà come protagonista, la settimana prossima, la questione supereroe inserita nel contesto italiano.

Armando

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