John R. R. Tolkien – Il Silmarillion

 

 

“Il Silmarillion”, iniziato nel 1917 e la cui elaborazione è stata proseguita da Tolkien fino alla morte, rappresenta il tronco da cui si sono diramate tutte le sue successive opere narrative. “Opera prima”, dunque, essa costituisce il repertorio mitico di Tolkien, quello da cui è derivata la filiazione delle sue favole: “Lo Hobbit”, “Il Signore degli Anelli”, “Il cacciatore di Draghi”. “Il Silmarillion”, che comprende cinque racconti legati come i capitoli di un’unica storia sacra, narra la parabola di una caduta: dalla “musica degli inizi”, il momento cosmogonico, alla guerra di Elfi e Uomini contro l’Avversario. L’ultimo dei racconti costituisce l’antecedente immediato del “Signore degli Anelli”.

Ho avuto molti dubbi sul come proporre questo libro, libro che va oltre il significato classico del termine. Il Silmarillion di Tolkien non è un semplice romanzo, non è un semplice racconto, questo libro è un vero e proprio censimento dell’universo creato dallo scrittore britannico. Infatti nel Silmarillion di sicuro c’è un intero mondo popolato da esseri mitici di tutte le razze, ognuna di queste con la sua storia, la sua lingua, il che è eccezionale ma… troppi personaggi, troppi episodi insomma: troppo, troppo complesso. Mi sono trovato davanti l’anagrafe completata di tutto, cosa che visti i sequel potrebbe anche andare bene ma credetemi quando vi dico che seguire tutto e tutti e un’impresa praticamente impossibile. Arrivati a un certo punto della lettura ci si chiede se non sia meglio gettare la spugna, sventolare bandiera bianca e a malincuore chiudere il testo letto per metà e riporlo sullo scaffale. Credo si possa considerare più un testo da studio, adatto a tutte quelle persone che volessero approfondire il mondo di Tolkien piuttosto che un romanzo utile per rilassarsi magari prima di dormire. Attenzione però: non sto dicendo che sia un testo da cestinare, assolutamente no. Quello che sto cercando di dire e che il Silmarillion non dovrebbe rientrare nella categoria “Romanzi” ma in una sorta di “percorso epico”, allora sì che troverebbe il suo senso logico in libreria. C’è da fare una considerazione importante da non sottovalutare: per chi come me ama il genere fantasy un’opera come questa ha dell’incredibile. Solo pochi autori nella storia hanno avuto una cura del genere nei confronti dei loro scritti. Un universo simile, pieno di particolari, caratteristiche ed episodi, rispecchia un lavoro di studio e dedizione. In definitiva il testo dovrebbe essere affrontato impostando una lettura diversa da un romanzo classico. Andrebbe letto come si potrebbe leggere un testo scolastico o universitario per poter entrare davvero in contatto con un mondo così diverso dal nostro. Un testo che in ogni caso risulta non essere né di facile lettura né adatto a una lettura rilassante.

Punteggio:

Armando

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