Herbie Brennann – La guerra degli Elfi

Pyrgus è nei guai… guai seri. Suo padre, imperatore del Regno degli Elfi, ce l’ha con lui perché è scappato di casa. Lord Rodilegno vuole la sua testa perché gli ha rubato una fenice. Bombix e Sulfureo, proprietari di una sinistra fabbrica di colla, vogliono sacrificarlo a Beleth, principe demone che sta mobilitando le sue armate ed è disposto a tutto pur di annientare il Regno degli Elfi. Così Pyrgus parte per il Mondo Analogo (che poi sarebbe il nostro) e finisce nel giardino del vecchio Fogarty, un eccentrico scienziato”

È uno di quei libri, questo di Herbie Brennann, che stanno, per dirla in maniera “tolkeriana”, in una specie di terra di mezzo. Non è assolutamente un romanzo da cestinare, la storia è piacevole e scorrevole, ma non è da considerare neanche un best seller in quanto manca quella marcia in più da permettergli di fare questo salto di qualità. Primo capitolo di una saga che comprende 4 libri, il romanzo si muove tra quotidianità familiare, con tutti i suoi aspetti ben definiti, e fantasia pura dove il protagonista umano si trova catapultato in un mondo completamente diverso dal suo. Il titolo risulta essere un po’ fuorviante in quanto i protagonisti elfici non si muovono ne interagiscono nella loro maniera consueta. Nessun problema, ogni scrittore è libero di riadattare i personaggi alla sua visione. Quest’ultimo aspetto però rischia di far allontanare da questa lettura tutti i fan e semplici appassionati di questo mondo ancor prima d’immedesimarsi nel contesto del racconto. Quest’ultimo punto non è da trascurare. Infatti nel corso del tempo molti scrittori, compreso il già citato Tolkien, si sono cimentati in racconti e romanzi che vedono come protagonisti queste creature fantastiche. La scelta di denaturare la loro natura rischia di essere, a mio avviso, il tallone d’Achille di tutta la produzione. In ogni caso, mi sento di consigliare questa lettura, come detto scorrevole. Romanzo questo che con la sua semplicità e la sua immediatezza è in grado di far scorrere la lettura velocemente senza fronzoli ne passaggi troppo complessi. Questi ultimi aspetti evitano, a differenza di quello che accade in romanzi simili che riguardano mondi a noi poco noti, al lettore a dover fare un passo indietro per poter mettere a fuoco un paesaggio o un personaggio. Mi sento, in definitiva, obbligato a mettervi al corrente che se vi aspettate un testo al pari di mostri sacri che parlano di storie fantasy simili, come “Harry Potter” o “il signore degli anelli” tanto per citarne alcuni, siete fuori strada. Bello e scorrevole ma un romanzo comunque costretto a stare con i piedi per terra.

Punteggio:

Armando

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