Anne Rice – Memnoch il diavolo

New York è stretta dalla morsa dell’inverno e sommersa dalla neve. Lestat è sulle tracce di Dora, la bella e carismatica figlia di un boss della droga che lui ha ucciso; una donna che come nessun altro mortale suscita in lui sentimenti di tenerezza. Combattuto tra l’istinto vampiresco e uno slancio d’amore per la ragazza, Lestat si confronta con gli avversari più pericolosi che abbia mai conosciuto. Viene rapito dal misterioso Memnoch, che sostiene di essere il Diavolo, e che lo porta fuori dal mondo. E’ invitato ad assistere allo spettacolo della Creazione e viene poi trasportato, come gli antichi profeti, nel regno dei Cieli e accompagnato nel Purgatorio. Sarà condotto nella Terra della Morte e dovrà confrontarsi con Dio e con il Diavolo

Se fosse un vampiro a ripercorrere le gesta e le avventure Di Dante Alighieri? E se fosse proprio Lestat de lioncourt a ripercorrere quella strada? Certo è che con Memnoch il diavolo Anne Rice si è spinta proprio oltre. La regina dell’horror ha sfoderato con il quinto capitolo delle ormai leggendarie “Cronache dei vampiri” un colpo di scena che nemmeno un appassionato della saga come me poteva aspettarsi. Il voler racchiudere in un romanzo moderno quello stesso cammino divenuto più che un classico, una leggendaria discesa – ascesa in una dimensione sconoscita, un vero e proprio cammino letterario apprezzato in tutto il mondo, è un’impresa per pochi. Se poi a questo si aggiunge che a ripercorrere le tappe dantesche è un vampiro, e non uno qualunque, si aprono le porte per un dibattito più articolato che mai. Questo romanzo può essere visto sotto più punti di vista. In primis, “Memnoch il diavolo” è il giro di boa che ripercorre la vicenda personale della scrittrice statunitense. Atea per una vita e riconvertita sembra quasi di pari passo con la stesura delle cronache stesse. Dall’altro un tributo al padre della letteratura italiana e non come erroneamente qualcuno ha azzardato la pretesa di ripercorrere e migliorare un’opera come la Divina Commedia. Ad Anne Rice va dato il merito di aver osato e di aver portato il vampiro stesso in una dimensione che mai nessuno, neanche con l’immaginazione più fervida, si sarebbe aspettato di vedere.

Punteggio:

Armando

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